Cosa si può fare se si vuole dare ospitalità a un bambino o una famiglia in fuga dalla guerra?
Cosa si può fare se si vuole dare ospitalità a un bambino o una famiglia in fuga dalla guerra? Il primo passo può essere controllare se i comuni di residenza hanno attivato degli sportelli dedicati (come è avvenuto ad esempio nel citato caso di Palermo). Un’altra via è affidarsi alle associazioni del territorio che si occupano di accoglienza temporanea dei minori.
Conadi (Consiglio nazionale dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza), ad esempio, ha attivato un servizio apposito. L’Associazione sottolinea “non si tratta di adozione, non si tratta di affido internazionale e non c’è possibilità che i bambini vengano adottati in futuro. L’ospitalità è temporanea,cioè legata al periodo dell’emergenza . “Può essere prestata – spiegano ancora – da una famiglia o persona singola. Nel rispetto delle normative vigenti i minori verranno affidati d’intesa con Ambasciata ucraina, Prefetture, Tribunali e Procure di minori, ai soggetti con idoneità, fornendo gratuitamente assistenza e supporto burocratico”.
Discorso diverso va fatto invece nel caso in cui si vogliano ospitare interi nuclei familiari. In questo caso, spiega Conadi “non c’è bisogno di idoneità o di autorizzazioni” e il tutto può avvenire in maniera quasi automatica incrociando le richieste di chi arriva e la disponibilità di chi accoglie. Chi vuole proporsi può inviare un’e mail all’indirizzo accoglienza@conadi.it indicando:
- Nome, cognome, residenza, numero di telefono
- Numero di bambini ospitabili
(uno, due, o nucleo familiare) - Età del bambino ospitabile
- Presenza di altri minori o anziani o animali in casa
- Periodo di disponibilità all’accoglienza.