Cosa fatta capo ha - QdS

Cosa fatta capo ha

Pino Grimaldi

Cosa fatta capo ha

sabato 04 Gennaio 2020

Il Presidente della Repubblica ha chiuso l’anno inviando al Papa i suoi auguri e questi ha iniziato l’anno ricambiando di cuore (auguri, si pensa, di “ben operare”).

Come sempre, grazie ai media audio-televisivi grande attesa con auditel milionari (10 per Mattarella) non si sa quanti per Bergoglio andando, il Papa urbi et orbi. Quello presidenziale è stato il 70° messaggio di fine anno, con il ricordo del primo – nel 1949 – letto (si usava, a buon ragione)da Luigi Einaudi. Ma anche di quelli degli altri dieci suoi successori e con il rammarico di quanto avrebbe potuto dire il suo predecessore presidente provvisorio, poi effettivo Enrico De Nicola (unico con moneta da 2 Euro che lo rappresenta) al quale si immagina sarebbe piaciuto leggerlo non dal Quirinale ma da Palazzo Giustiniani scelto come sua sede per anticipare, forse, il Papa che non sta nei Palazzi Apostolici ma in albergo a Domus Sanctae Marthae.

Mattarella ha parlato 16 minuti a braccio, ma leggeva sugli “schermi” che posti in tre angolazioni lo hanno costretto a voltarsi letteralmente da un lato all’altro, mentre seduto al centro di una salone, su una sedia, un po’ quasi sperduto, pareva stesse facendo la prova generale.

Il suo quinto messaggio è stato da un uomo colto, saggio, di buone maniere che affida a chi lo guarda quello che gli americani chiamano il “bushlips” termine creato per Bush padre, 41° presidente Usa, per significare che le sue labbra non dicevano quello che pensava ma quello che voleva gli altri ascoltassero. Una immagine dell’Italia buona, brava, laboriosa ricca d’arte della quale andare orgogliosi, lasciando quasi trapelare che solo per questo e non per altro è fiero d’esserne il presidente. Quasi un discorso della corona: letto dal re, ma scritto dal governo. Del quale – va detto – da buon siciliano “nulla egli disse”. Eco positivi perché, aveva evitato dire quello che ovviamente conosce accada nel bel paese. Bush senior contento.

Ben altra cosa il Papa. Che nell’ultimo giorno dell’anno, sceso dopo il Te Deum in mezzo alla folla transennata sotto le colonne di Piazza San Pietro sorridendo, toccando e dicendo qualche frase come sua abitudine, viene strattonato malamente da una donna determinando una reazione poco vescovile che lo porta ad: accigliarsi, dire …non una benedizione e per sganciarsi dalla stretta con la mano sinistra percuotere il braccio della donna senza che i bodyguard presenti intervenissero. All’Angelus dell’indomani parla della mitezza della Madonna che spinge ad imitare per il bene del mondo, ma ad un certo punto si ferma e dice che a volte si perde la pazienza “anche io a volte” e chiede scusa per il cattivo esempio dato la sera avanti.

Cronaca, d’accordo, ma fatto mai accaduto che dovrebbe portare a più sobri modi “papali” per “non indurre (direbbe qualche teologo) in tentazione”.
Bignami: il Presidente non dice, ma pensa; Il Papa dice, ma si contraddice. Qualcosa non quadra.

Ma cosa fatta capo ha.

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