Tre spiagge su quattro rischiano di restringersi o sparire per sempre a causa di fenomeni antropici e del cambiamento climatico. E anche nelle isole minori è allarme per la salvaguardia del litorale
PALERMO – Come un ‘mostro’ che fagocita ogni anno metri e metri di costa, alterando la geografia della Sicilia. Da decenni, ormai, l’erosione costiera – unita al dissesto idrogeologico – sta letteralmente decomponendo il territorio della nostra Isola con segni inequivocabili. Le dimensioni delle spiagge si riducono sempre più, gli edifici presenti sui litorali – frutto di un’antropizzazione esagerata – crollano sotto i nostri occhi e le infrastrutture come lungomari, strade e ferrovie sono sempre più esposte alle intemperie. Ma l’uomo, che nel corso degli anni ha contribuito ad alimentare quel ‘mostro’ a cui abbiamo fatto accenno poche righe fa, non sembra prendersi particolarmente cura di ciò che gli accade attorno, condannando le future generazioni a un avvenire sempre più precario. Secondo il dossier ‘Erosione costiera in Sicilia’ realizzato a luglio 2024 da Legambiente e che attinge al Piano di assetto idrogeologico siciliano della Regione, il 76,5% della costa isolana è a rischio erosione. In particolare, il 43,6% è a “rischio elevato” e il 32,9% è a “rischio molto elevato”. Una condizione che si traduce in possibili danni – anche gravi – per l’edilizia e la vita umana.
“Le prospettive sono diverse se si guarda dal punto di vista del mare o della terraferma. Perché il climate change ci induce sicuramente a un aumento delle temperature e del livello del mare, quindi in un futuro relativamente prossimo molte aree oggi pianeggianti saranno coperte dal mare”…