Così lontano, così vicino - QdS

Così lontano, così vicino

stefano modena

Così lontano, così vicino

venerdì 11 Agosto 2023

Nel Sahel si sta anche giocando una partita geopolitica globale che vede coinvolta soprattutto la Russia.

Il Sahel deve il suo nome alla parola araba Sahil, che significa bordo del deserto, e si estende al di sotto del Sahara dall’oceano Atlantico al Mar Rosso attraversando ben 13 stati, tra cui il Niger. Per quanto sia cruciale per l’Europa, e in particolare per l’Italia, la conoscenza dei fatti di quest’area è molto limitata e considerata qualcosa di lontano.

Il 26 luglio il presidente nigerino Mohamed Bazoum è stato deposto da un colpo di stato, il quinto negli ultimi 3 anni dopo quelli realizzati in Mali, addirittura due, Burkina Faso, e Ciad. Quest’area è cruciale per il controllo dell’immigrazione irregolare, da qui avvengono infatti gran parte delle partenze e qui sono basati i trafficanti che consentono agli immigrati di attraversare il deserto per arrivare in Libia e in Tunisia.

Nel Sahel si sta anche giocando una partita geopolitica globale che vede coinvolta soprattutto la Russia. Consapevole del fatto che costituisce un tallone d’Achille per l’Europa il Cremlino è intervenuto utilizzando il gruppo Wagner, appoggiando i colpi di stato e aiutando i nuovi regimi che si sono rapidamente allontanati dai paesi occidentali, in particolare dalla Francia, per abbracciare i nuovi amici. Per i russi l’intervento nel Sahel, risponde a molteplici obiettivi: aumentare la propria sfera di influenza in Africa, controllare importanti giacimenti di uranio, utilizzare i flussi migratori in chiave geopolitica.

Del Sahel si occupa, per ragioni storiche, soprattutto la Francia che secondo alcune stime ha stanziato oltre 5.000 uomini e ha coinvolto molti paesi europei. Anche l’Italia ha inviato un contingente di 300 militari e ha partecipato a diverse missioni. Per l’Italia il Sahel, e il Niger in particolare, sono il cortile di casa, ed è apprezzabile che senza fare tanto rumore vi mantenga una presenza. Nella ricerca di una via per la riduzione dell’immigrazione e la stabilizzazione dell’Africa il governo però dovrebbe investire risorse molto maggiori in quest’area.

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