L’anarchico Alfredo Cospito, in sciopero della fame da oltre 100 giorni, deve restare al 41 bis, il regime del carcere duro. Lo ha stabilito il ministro della Giustizia Carlo Nordio, evidentemente ritenendo ancora sussistente la sua pericolosità sociale.
Sul “caso Cospito”, la redazione del Quotidiano di Sicilia si occupata con una importante intervista realizzata all’ex Maresciallo maggiore Stefano Sindona che ha commentato, sulla polemica relativa alla possibile modifica del 41bis: “Si tratta di una legge di Stato. Ricordiamoci di chi ha perso la vita”. – ha dichiarato Sindona, una delle vittime del terrorismo eversivo di matrice anarchica; dal 4 novembre 2003 ha dovuto smettere la divisa perché la bomba fatta recapitare nella caserma romana di via Libia lo ha privato di due dita.
Il ministro ha respinto l’istanza di revoca avanzata dall’avvocato Flavio Rossi Albertini, difensore del detenuto, che ha ricevuto una comunicazione dal ministero. Il 41 bis era stato disposto il 4 maggio dell’anno scorso dall’allora Guardasigilli Marta Cartabia per quattro anni.
La difesa di Alfredo Cospito annuncia che ricorrerà contro la decisione del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che ha rigettato una istanza di revoca anticipata del regime del 41 bis. Lo si apprende dall’avvocato Flavio Rossi Albertini.
Alfredo Cospito, classe 1967, accusato di due attentati, è il primo anarchico a finire al 41-bis, misura disposta lo scorso maggio per quattro anni. Da tre mesi è in sciopero della fame e le sue condizioni di salute continuano a peggiorare di giorno in giorno.
Cospito è in carcere già da 10 anni per la gambizzazione, nel 2012, dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi. Un attentato rivendicato dal Nucleo Olga della Fai con una lettera inviata al Corriere della Sera. Cospito venne arrestato quasi subito con il suo complice ed amico, Nicola Gai, che è tornato libero nel 2020 dopo uno sconto della pena in appello.
Cospito è il primo anarchico a finire al 41-bis, misura disposta lo scorso maggio per quattro anni. Da tre mesi è in sciopero della fame e le sue condizioni di salute continuano a peggiorare di giorno in giorno.
Lo scorso dicembre il Tribunale di sorveglianza ha respinto il reclamo avanzato dai suoi difensori contro il regime di carcere duro.
Una decisione contro la quale i legali hanno fatto appello in Cassazione che inizialmente aveva fissato l’udienza ad aprile, poi anticipata al 7 marzo.
Dal 12 gennaio scorso pende una richiesta di revoca del 41bis presentata dal difensore dell’anarchico, l’avvocato Flavio Rossi Albertini. Una procedura – parallela a quella pendente in Cassazione, la cui udienza è fissata per marzo – rimasta ferma fino a ieri, quando la Direzione nazionale antiterrorismo ha comunicato che sta per inviare il proprio «parere» sul ruolo che Alfredo Cospito ha giocato e continua a giocare nel mondo anarchico italiano e internazionale.