Uno dei temi più dibattuti e affrontati da associazioni di categoria e cittadini è senza ombra di dubbio quello del caro-vita, soprattutto se colpisce uno dei settori più delicati come quelli dei pensionati. Il costo della vita negli anni si è sempre più alzato e i rincari sono davvero importanti e proprio nel merito ai microfoni del Quotidiano di Sicilia è intervenuto il segretario dell’Uilp Carmelo Barbagallo che ha analizzato questa problematica nel merito.
Il caro-vita per i pensionati nel 2025, Barbagallo: “Beni
“Il caro vita non è democratico, perché colpisce soprattutto chi ha di meno“. Esordisce così Carmelo Barbagallo, segretario generale dell’Uilp che commenta l’aumento dei prezzi per la fascia dei pensionati italiani e siciliani. “I pensionati sono tra i più danneggiati, perché la rivalutazione delle pensioni non sta per nulla al passo con il rincaro dei prezzi. – prosegue il segreatario – Recentissimi studi hanno confermato che i beni alimentari negli ultimi cinque anni sono aumentati del 25%. La rivalutazione delle pensioni non è stata assolutamente al passo. Gli anni peggiori sono stati il 2023 e il 2024, anni in cui l’inflazione era altissima e il meccanismo di rivalutazione più severo. Nel 2023 la perdita sull’anno per la pensione iniziale di 2.256,21 euro è stata di 435,80 euro, nel 2024 di 723,04 euro. Per la pensione con importo iniziale di 3.500 euro, la perdita nel 2023 e nel 2024 è stata di 200,33 euro e di 317,92 euro. Non a caso noi abbiamo fatto ricorso contro il taglio della rivalutazione del 2023”.
L’indagine dell’Uilp sul caro-vita dei pensionati
Barbagallo poi commenta lo studio effettuato lo scorso anno come Uilp su pensionati e caro-vita: “Ciò che ne è venuto fuori è decisamente preoccupante: i risultati dell’indagine hanno mostrato che per il 95% delle persone intervistate il carovita aveva inciso negativamente sul proprio stile di vita: per il 14,9% aveva inciso moltissimo, per il 56% aveva inciso molto, mentre per il 25,8% aveva inciso poco. Oltre l’88% aveva dichiarato di aver dovuto fare rinunce e sacrifici per arrivare a fine mese. Circa il 28% aveva affermato di aver risparmiato sull’acquisto di generi alimentari e prodotti per la casa; più del 10% aveva tagliato la spesa per i farmaci; il 36% aveva ridotto sia l’acquisto di medicinali sia quello dei prodotti alimentari. A causa dell’aumento del costo della vita, più del 57% delle pensionate e dei pensionati intervistati aveva rinunciato al caffè al bar e l’80% non si era più concesso cene al ristorante”.
Le aree interne della Sicilia e i servizi per gli anziani, Barbagallo: “Quando ci sono cambia in meglio la vita di un over 70”
“Per una persona over 70 che vive nelle aree interne della Sicilia, avere o non avere un servizio cambia la vita”. Così ancora il segretario dell’Uilp che commenta le tante difficoltà degli anziani siciliani che vivono nelle aree interne dell’Isola: “Parlo di cose semplici: un medico che arriva a domicilio, un pullmino che ti porta in paese, un centro dove poter stare in compagnia. Non sono lussi: sono strumenti che permettono a una persona anziana di muoversi, curarsi e non sentirsi sola. Nelle zone interne spesso i servizi sono pochi e lontani. Allora succede che per una visita devi farti trenta chilometri, o che se non puoi guidare rimani a casa. E questo, alla lunga, ti limita l’autonomia e ti peggiora la qualità della vita.
“Quando invece i servizi ci sono cambia tutto: – prosegue Barbagallo – una persona è più tranquilla, si sente sicura, può continuare a fare le proprie cose. Quindi l’incidenza è molto concreta: o i servizi funzionano, o le persone anziane devono rinunciare a pezzi della loro quotidianità. E in Sicilia questo problema si sente ancora di più, perché partire svantaggiati significa pagare il doppio. E in Sicilia lo sappiamo: i servizi sono pochi, soprattutto nelle zone interne. Perché nelle zone interne lo mancano i medici, mancano i collegamenti, mancano i servizi sociali. E allora dico da tempo che la prima vera battaglia è portare i servizi dove la gente vive. Bisogna mettere mano a questa situazione, servono interventi concreti, altro che autonomia differenziata“.
Il settore più colpito
Uno dei settori dove vi è l’aumento del costo della vita è senza dubbio quello sociosanitario. Barbagallo conferma che “i dati dimostrano che circa il 9,1% delle persone anziane over65 rinuncia a curarsi. Perché le liste d’attesa sono infinite e i costi della sanità privata sono proibitivi. Per noi è inaccettabile. Servono risorse per colmare questa ingiustizia terribile, perché un Paese che non si cura delle persone anziane non può dirsi civile”.
“Come Sindacati dei pensionati – prosegue il segretario dell’Uilp – siamo riusciti a bloccare l’approvazione nelle Commissioni del Senato dell’emendamento che modificava i LEA sulle prestazioni residenziali socioassistenziali per gli anziani non autosufficienti, in particolare in merito alla copertura da parte del Fondo sanitario nazionale degli oneri delle attività di rilievo sanitario connesse con quelle socioassistenziali. È vero che la proposta prevedeva di alzare dal 50% al 70% la quota di costi a carico del Servizio sanitario nazionale per le cure dei pazienti più complessi. Ma non bastava. Perché tutto il resto, e parliamo di cifre che arrivano anche a 3.000 euro al mese, sarebbe continuato a pesare sulle famiglie. Famiglie che già sostengono spese pesanti per le rette e per l’assistenza dei propri cari non autosufficienti. E questo succede perché in Italia l’offerta di servizi è troppo diseguale: dipende da dove vivi. Inoltre, spesso non è nemmeno possibile separare con chiarezza ciò che è sanitario da ciò che è sociosanitario. E così, alla fine, il conto lo pagano sempre le persone anziane e le loro famiglie”.
La soluzione per l’Uilp, Barbagallo: “Collaborazione tra giovani e anziani crea un futuro migliore”
Ma quale può essere una soluzione per colmare questo gap e diminuire i costi della vita? Per il sindacato è senza dubbio fare fronte comune tra le vecchie e le future generazioni: “Come Uilp – dice Barbagallo – crediamo che solo con la collaborazione tra giovani e anziani si possa creare un futuro migliore. A partire dalle rivendicazioni delle lavoratrici e dei lavoratori. Io dico sempre che i pensionati devono partecipare attivamente alle manifestazioni per i rinnovi dei contratti, non per solidarietà, ma perché lavoro povero oggi significa pensione povera domani”.
“Come Uilp, poi, abbiamo molte proposte sulla intergenerazionalità, – dice il segretario – come ad esempio la coabitazione tra pensionati e studenti. Il co-housing è un modello abitativo fondato sulla convivenza solidale tra persone anziane e studenti. Previo pagamento di un piccolo contributo economico, ragazze e ragazzi fuori sede possono affittare una stanza all’interno dell’abitazione di una persona anziana. Negli ultimi anni il costo dell’affitto per gli studenti universitari nelle principali città italiane è aumentato in maniera esorbitante. Nel 2024, in Italia ci sono circa 4,6 milioni di persone over65 che vivono sole in case spesso troppo grandi per loro. Il cohousing intergenerazionale rappresenta uno strumento concreto per combattere l’isolamento delle persone anziane e contrastare l’emergenza del caro-affitti”.
“Sempre sulla scia della collaborazione tra giovani e anziani, c’è la nostra proposta di legge sul servizio civile pensionati attivi. Facendo svolgere ai giovani lavori socialmente utili li abbiamo condannati a una vita di precariato. I giovani hanno bisogno di lavoro stabile e ben pagato mentre le persone anziane, svolgendo lavori utili alla comunità, potrebbero essere più inseriti nel contesto sociale e migliorare il proprio potere d’acquisto che, come dicevo prima, a causa del taglio della rivalutazione e dell’inflazione è ridotto all’osso”.
Barbagallo poi chiosa: “Ci sono molti modi di collaborare tra giovani e anziani. Mi piace citare un proverbio Masai che recita: “I giovani corrono veloci, gli anziani conoscono la strada” io ho aggiunto: “solo insieme possono arrivare alla meta”.
Il ruolo delle istituzioni
Infine, Carmelo Barbagallo spiega come anche le istituzioni politiche abbiano un ruolo importante in questa vicenda: “Noi abbiamo delle richieste ben precise. Chiediamo la piena rivalutazione di tutte le pensioni. Anche se ora è in vigore un meccanismo più favorevole rispetto a quello del 2023 e del 2024 (il cosiddetto meccanismo Prodi-Draghi, non per importi complessivi ma per scaglioni) la rivalutazione non è piena: è del 100% per le fasce di importo fino a 4 volte il Trattamento Minimo; del 90% per le fasce di importo tra 4 e 5 volte il Trattamento Minimo e del 75% per le fasce di importo oltre 5 volte il Trattamento Minimo. Noi chiediamo che sia del 100% per tutte le fasce. Chiediamo inoltre che si ampli la platea dei beneficiari della Quattordicesima e che sia incrementato l’importo per chi già la riceve”.
“Una cosa che si deve fare il più presto possibile, già da questa finanziaria, è tagliare le tasse ai pensionati, perché quelli italiani pagano quasi il doppio dei loro colleghi europei. È ora di mettere fine a questa ingiustizia, – conclude il segretario – perché a pagare le tasse non possono essere sempre i soliti noti, ossia lavoratori dipendenti e pensionati”.
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