Costi di produzione in aumento, in Sicilia pesa l’energia elettrica

Costi di produzione in aumento, in Sicilia pesa come un macigno l’energia elettrica

Costi di produzione in aumento, in Sicilia pesa come un macigno l’energia elettrica

Michele Giuliano  |
domenica 27 Agosto 2023

L’indagine Istat: in alcune province si stima che incida sugli aumenti tra il 40 e il 60%

I costi di produzione aumentano, e per molte imprese è sempre più difficile andare avanti. L’Istat ha disegnato, nel rapporto sulla competitività dei settori produttivi, una mappa dell’Italia e della Sicilia e delle “forze” che stanno incidendo sull’aumento dei costi di produzione. In particolare, sono tre le macrocategorie analizzate: i beni energetici, i beni alimentari e i beni manifatturieri. Il costo dell’energia nel territorio siciliano incide sugli aumenti dei costi di produzione tra il 40 e il 60% stimati nei territori di Palermo e Agrigento, mentre a Trapani, Messina, Catania e Caltanissetta l’energia incide tra il 30% e il 40%. Solo sul versante degli aumenti riconducibili ai beni agricoli, l’impatto risulta più contenuto: Trapani, il territorio peggiore, si colloca nella fascia 9,7%-15,4%; nel resto della regione l’incidenza diminuisce alquanto, mantenendosi tra lo 0,3 e il 9,7%.

Aumenti dei costi in tutta Italia

A livello nazionale, le province che manifestano una maggiore sensibilità alla propagazione di questi effetti (il peso varia tra il 9,7% e il 22,6%) sono Parma e Modena in Emilia-Romagna; Cuneo e Asti per il Piemonte, in cui è vigorosa fra le altre la produzione vitivinicola; Mantova e Cremona per la Pianura Padana lombarda; Oristano in Sardegna, Salerno in Campania e Barletta-Andria-Trani in Puglia. A seguire, nella scala del contributo dei beni alimentari agli incrementi dei prezzi alla produzione troviamo, fra le altre, le province campane e pugliesi comprese fra le due coste ionica e tirrenica, Perugia in Umbria e alcune confinanti fra Umbria e Abruzzo, altre province che si estendono in Pianura Padana, ma anche Verona Rovigo e Treviso a est.

Il problema energetico impatta su tutti i settori

Per quanto attiene agli altri beni manifatturieri, categoria residuale di tutto ciò che è necessario per la produzione, l’incidenza dei singoli settori è abbastanza eterogenea e legata alla struttura produttiva territoriale. In alcune regioni l’impatto maggiore è dovuto alla presenza di raffinerie (Sardegna, Sicilia, Liguria, Puglia), in altre al settore della metallurgia e dei prodotti in metallo (Piemonte, Marche, Veneto e Friuli Venezia Giulia, ad esempio), in altre ancora al comparto dell’estrazione (Basilicata, Lombardia). L’aumento dei costi, con il ritorno di una inflazione galoppante è stato, purtroppo, l’aspetto che con maggiore forza si è imposto sullo scenario economico nel corso del 2022. Una iniziale fase di accelerazione è stata poi seguita da una attenuazione nei primi mesi del 2023, ma rimangono pressioni al rialzo in quasi le categorie di beni e nei servizi.

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