Covid, anche a Trapani la Sanità reintegra i no vax - QdS

Covid, anche a Trapani la Sanità reintegra i no vax

redazione

Covid, anche a Trapani la Sanità reintegra i no vax

mercoledì 09 Novembre 2022

Barraco, presidente provinciale dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Omceo): “Rimane tuttavia aperta la questione dei posti vacanti. In provincia nuovi concorsi, speriamo siano attrattivi”

TRAPANI – Sono 1.878 i medici che potranno rientrare effettivamente in servizio a seguito del Decreto Legge con il quale il Consiglio dei Ministri ha anticipato all’1 novembre la scadenza dell’obbligo di vaccinazione anti-Covid per i professionisti sanitari.

Dopo la comunicazione della Fnomceo-Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, che ha elaborato gli ultimi dati sui medici e odontoiatri sospesi dagli Albi per non essersi vaccinati, Vito Barraco, attuale presidente dell’Omceo di Trapani, ha firmato il provvedimento con il quale viene annullata la sospensione dei sette medici operanti in provincia di Trapani colpiti dal provvedimento di sospensione.

“L’Ordine che mi onoro di presiedere si è prontamente adeguato alle nuove disposizioni – commenta il presidente, Vito Barraco -. Rimane aperta, comunque, la questione relativa alla copertura dei posti vacanti nella sanità pubblica. Non basteranno questi medici reintegrati, a livello nazionale, per assicurare livelli di assistenza adeguati alle necessità del Paese. Si consideri che la situazione al momento più evidente riguarda i pronto soccorso dove, dopo due anni di emergenza Covid, c’è da gestire la lunga ondata dei pazienti che hanno rinviato le cure proprio a causa della pandemia: nei pronto soccorso mancano all’incirca 4.500 medici”.

“Per quanto riguarda la sanità trapanese – specifica ancora il presidente dell’Ordine dei medici – qualcosa si sta muovendo con la nuova gestione affidata all’ingegnere Spera: si stanno avviando una serie di concorsi e la speranza è che riescano ad essere attrattivi. Purtroppo, come già evidenziato nei mesi scorsi, sempre più professionisti lasciano il pubblico per lavorare nel privato e per far fronte a questa fuga dalla Sanità pubblica è necessario individuare una legislazione di emergenza, sul modello di quella che ci ha permesso di superare la pandemia, che consenta di assumere nei pronto soccorso sia gli specialisti di altre discipline, sia i laureati in Medicina e Chirurgia e abilitati alla professione medica pur se privi di specializzazione. Oggi, da questo punto di vista, un passo in avanti è stato compiuto consentendo ai neolaureati in medicina di poter essere assunti, seppure come medici supplenti, nelle varie Guardie Mediche e Guardie Mediche turistiche. Ma anche questo provvedimento tampone non serve a garantire un servizio di eccellenza. Anche per quanto riguarda i medici di famiglia segnaliamo da tempo il problema dei posti vacanti e, purtroppo, sempre più italiani si ritrovano senza un medico di fiducia. La parola d’ordine deve essere ‘programmazione’, altrimenti fra pensionamenti e blocco di assunzioni rischiamo di ritrovarci con un ancora più serio problema assistenziale”.

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