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Covid, Burioni, da Israele primi segnali dell’immunità di gregge

Covid, Burioni, da Israele primi segnali dell’immunità di gregge

Una ricerca mostra come il rischio di infezione da SARS-CoV-2 tra i non vaccinati è negativamente associato ai tassi di vaccinazione a livello di comunità.

“Da Israele forse i primi, timidi, incerti ma inequivocabili segni dell’immunità di gregge che potrebbe fare sparire dalla Terra questo maledetto virus.
Incrociamo le dita e mettiamo in fresco una seconda bottiglia di Champagne”.

Lo afferma su twitter il virologo Roberto Burioni, in riferimento ad un nuovo studio israeliano pubblicato in preprint sulla piattaforma MedRxiv secondo il quale il rischio di infezione da SARS-CoV-2 tra i non vaccinati è negativamente associato ai tassi di vaccinazione a livello di comunità.

La “prima svolta – spiega Burioni – c’è stata il 9 novembre, quando è stato annunciato che un vaccino contro Covid-19 funzionava con oltre il 90% di efficacia. La seconda potrebbe essere questa. Sono dati preliminari, è uno studio osservazionale, tutto deve essere confermato: però dei ricercatori israeliani (il paese dove più si è vaccinato) hanno visto che se si vaccinano molti adulti, l’infezione cala anche nei ragazzi sotto i 16 anni che non si sono vaccinati”.

Questo, rileva, “è il primo, timido, parziale, incerto segno di quella che si chiama immunità di gregge che potrebbe fare sparire dalla Terra questo virus. Naturalmente osservazioni di questo tipo confermano che i vaccini a mRNA hanno un profondo impatto non solo sulla malattia, ma anche sulla trasmissione. Aspettiamo dati più definitivi, ma questi sono estremamente incoraggianti”.