Con queste premesse sono evidenti le ricadute sul San Marco sostengono i medici che, mettono in evidenza nella lettera “dati chiari e preoccupanti (al 24 gennaio, i numeri al 31 gennaio sono peggiorati, siamo già al 42 % di tasso di positività tra le pazienti):
1) dal mese di dicembre 2021 si è visto un trend in salita – su 174 parti e 14 Revisione Cavità Uterina (RCU) 26 erano covid;
2) il 24 gennaio 2022 questo dato è triplicato: su 175 parti e 16 Revisione Cavità Uterina (RCU) 71 erano covid positive;
3) nel solo mese di gennaio sono 61 i neonati covid positivi.
Le critiche della Fismu
Fismu quindi ricorda le criticità strutturali, i problemi irrisolti del passato e che oggi si acuiscono:
- ormai 3 punti nascita covid per tutta la Sicilia sono chiaramente insufficienti;
- Catania, che fa già oltre 10.000 parti l’anno, non può continuare ad essere il centro di accoglienza per altre 4 province della Sicilia orientale: Caltanissetta, Enna, Ragusa e Siracusa;
- il permanere dell’attuale ripartizione dei reparti di ostetricia covid, nonostante la rapida diffusione del virus nella Regione, porterebbe ad un sempre maggiore e pericoloso ingorgo degli attuali pochi punti nascita covid;
- come è presumibile pazienti covid positive già partoriscono o potrebbero partorire in ospedali ufficialmente non abilitati, in seguito a necessitàassistenziali derivanti dall’imminenza del parto o da problematiche materno-fetali non differibili. Infatti, ospedali aziendali e del territorio, inviano ai reparti di ostetricia covid oltre che gravide per espletamento del parto, anche qualunque gestante che necessiti di ospedalizzazione, incluse le minacce di aborto, gli aborti, le minacce di parto pretermine e qualsivoglia altra patologia della gravidanza, comprese le donne che usufruiscono della L. 194/78, pazienti con patologia ginecologica e financo le puerpere;
- le sempre più crescenti incombenze burocratiche legate all’ospedalizzazione e soprattutto alla dimissione delle puerpere e dei neonati covid positivi.
Le proposte
- evitare un ulteriore e pericoloso intasamento degli esistenti punti nascita covid, sempre più gravati da un crescente sovraccarico di pazienti positive,
- prevenire tutte le immaginabili ripercussioni negative che tale sovraccarico di pazienti può avere sulla qualità dell’assistenza ostetrica e neonatologica,
- contrastare il moltiplicarsi del rischio di contagio per il personale sanitario
- (medici, ostetriche, e infermieri) su cui insiste in misura sempre maggiore tale emergenza sanitaria,
- ottimizzare e snellire l’iter burocratico, connesso al ricovero-dimissione di puerpere e neonati positivi, nonché il follow up clinico dei pazienti,
- ridurre inutili trasferimenti delle gravide a termine e non, solo perché covid positive da una provincia all’altra, da un lato determinando l’ interruzione del rapporto medico-paziente, (dal momento che la gravida non potrà più essere assistita dal ginecologo curante), e dall’altro generando ulteriori disagi logistici anche per l’utenza.
Ma soprattutto:
- che venga, al più presto, ampliato il numero di punti nascita covid. In particolare tutti gli ospedali a carattere aziendale della Sicilia – ASP territoriali-, già sede di reparti di ostetricia e neonatologia di II livello, siano rapidamente abilitati alla gestione della propria ostetricia covid e neonatologia covid;
- e venga pertanto bloccato il crescente invio al Presidio Ospedaliero San Marco di pazienti gravide covid positive provenienti da aziende ospedaliere di altre provincie altrettanto qualificate e tutte sede di reparti di ostetricia e neonatologia di II livello.
“È necessario, ed opportuno – conclude Bentivegna facendo appello all’Assessore Razza – che la Regione sgomberi il campo dalle letture agiografiche, e che abbia un quadro più chiaro e veritiero della crescente ed insostenibile pressione che l’epidemia covid sta esercitando sui punti nascita. Tempestivamente e con urgenza si deve procedere ad una riorganizzazione dell’assistenza ostetrica e neonatale covid in Sicilia. Serve un intervento che intanto miri ad estendere la qualifica di punto nascita covid a tutti gli ospedali siciliani sede di ostetricia di II livello. Si intervenga perché la situazione è al collasso”.
La posizione del San Marco
Abbiamo contattato il nosocomio etneo per capire la situazione. Che, come ci riferiscono, è sotto controllo. “Oggi – dicono dall’azienda – le donne positive sono 11 e ci sono tanti posti vuoti. I numeri stanno migliorando e la struttura è talmente capiente da non risentire di sovraffollamento”.

