Covid, piccoli segnali di "risveglio": la situazione negli ospedali di Catania - QdS

Covid, piccoli segnali di “risveglio”: la situazione negli ospedali di Catania

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Covid, piccoli segnali di “risveglio”: la situazione negli ospedali di Catania

Giuseppe Bonaccorsi  |
mercoledì 16 Novembre 2022

Casi in aumento negli ospedali e si rivede qualche polmonite tra defedati e non vaccinati con alcuna delle tre dosi. I medici rialzano l’attenzione

Piccoli segnali di risveglio del Covid, anche se è bene dire che non siamo affatto alle ondate degli anni precedenti. Ma una cosa è chiara: il virus non è andato in pensione e continua a circolare infettando molte persone con le ultime varianti, soprattutto Omicron 5, in attesa che arrivi anche l’ultimo ceppo denominato Cerberus.

Per fortuna entrambe le ultime due  varianti non sono affatto pesanti dal punto di vista virologico. In prevalenza portano una infezione delle difese delle prime vie aeree e le polmoniti sono ormai rase, eccetto che in alcuni casi di pazienti che non sono stati mai vaccinati o sono fortemente immunocompromessi.

Ospedali di Catania, sale la vigilanza

Il segnale che qualcosa comincia a muoversi arriva dagli ospedali, dove, al momento non c’è allarme, ma vigile e costante attenzione. Al “Cannizzaro“, nel reparto del primario pneumologo Sandro Distefano nel volgere di pochi giorni  si è passati da 6 letti occupati a sedici sui 20 posti disponibili. “Abbiamo riscontrato un aumento dei positivi – ha detto il primario -. In effetti pochi casi realmente ricoverati per il virus e per di più  tutti non vaccinati. Ma l’aumento c’è”. Dovesse continuare il trend bisognerebbe ripensare a dove collocare gli altri eventuali malati positivi che dovessero arrivare, visto e considerato che in assenza di una nuova ondata buona parte degli altri letti del reparto – spiega il direttore di Malattie infettive, Carmelo Iacobello – erano stati riconvertiti per le malattie infettive tradizionali“.

“In prevalenza i nuovi ricoveri riguardano come sempre pazienti cosiddetti “anomali”, cioè soggetti che si recano in ospedale per altre patologie, infarti, ictus, fratture e poi risultano positivi al tampone finendo nei reparti Covid.

Casi di polmoniti bilaterali per no vax

Non mancano alcune polmoniti bilaterali che sono state riscontrate soprattutto in soggetti oltre la sessantina mai vaccinati con alcuna dose. Anche in questo caso vige la norma che chi si è almeno vaccinato con tre dosi evita la fase acuta della malattia e si limita a trascorrere giorni con sintomi che si avvicinano a una fastidiosa influenza, a volte lunga, ma per fortuna soltanto fastidiosa.

Nessun allarme al Policlinico

Altro dato che qualcosa sta cambiando con le prime temperature autunnali arriva dal Ps del Policlinico dove negli ultimi giorni sono aumentati i casi e anche quelli tra il personale che adesso è in isolamento a casa. Dal pronto soccorso dell’ospedale d via S. Sofia, però, si fa presente che al momento non esiste alcuna criticità perché finora tra i positivi visitati non è stata riscontrata una sola polmonite.

Massima attenzione arriva anche da reparto di Malattie infettive del Garibaldi Nesima, guidato dal prof. Bruno Cacopardo che in una breve dichiarazione ha detto che sono riapparse “alcune polmoniti interstiziali da Covid in anziani e immunodepressi” e ha preventivato che “Cerberus girerà molto in Italia in barba ai vaccini, ma senza produrre danni perché gli antivirali funzionano bene”.

“Il ritorno della mascherina sarebbe utile”

Infine, il professore Cacopardo, visti gli aumenti dei casi fa una riflessione sule mascherine, ha detto: “Certo il ritorno in certi casi delle mascherine non sarebbe sbagliato. Tuttavia non credo che vedremo drammatici aumenti  di polmoniti”.

Giuseppe Bonaccorsi

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