Secondo i risultati di una recente ricerca si tratterebbe di una perdita intellettiva paragonabile al declino cognitivo a cui mediamente si va incontro dai 50 ai 70 anni
Il Covid, nelle sue forme più gravi, potrebbe avere un impatto sul cervello dalle conseguenze devastanti. Lo indicano i risultati di un nuovo studio, condotto presso l’Università di Cambridge e anticipato da New Scientist. Come è noto, nella maggioranza delle volte chi contagiato dal Covid, guarisce in pochi giorni, soprattutto nei triplamente vaccinati e con la variante Omicron. Purtroppo, però, non c’è ancora una cura per quanto succede a lungo termine. Ecco cosa ha rivelato lo studio.
Sei mesi di Covid grave, 20 anni di invecchiamento del cervello
Il nuovo studio, realizzato da uno dei più rigorosi sugli impatti cognitivi a lungo termine del virus, ha prodotto risultati a dir poco inquietanti. I ricercatori hanno scoperto che l’impatto del Covid sul cervello, sei mesi dopo una forma grave di malattia, può equivalere a 20 anni di invecchiamento, oppure alla perdita di 10 punti di QI. Il declino del cervello sarebbe così forte che la perdita è paragonabile a quella che avviene in condizioni normali nelle persone comprese fra 50 e 70 anni.
Quali sono i danni del Covid grave sul cervello umano
“Il deterioramento cognitivo è comune a un’ampia gamma di disturbi neurologici, inclusa la demenza e persino l’invecchiamento di routine, ma i modelli che abbiamo visto – “l’impronta digitale” cognitiva del Covid – erano distinti da tutti questi – ha affermato il neuroscienziato David dell’Università di Cambridge nel Regno Unito, autore senior dello studio.
La ricerca, pubblicata sulla rivista eClinical Medicine, non vuole allarmare i tanti che hanno già avuto il Covid, ma i dati mostrano che molte persone hanno problemi cognitivi dopo molti mesi.
“Decine di migliaia di persone sono state sottoposte a terapia intensiva con Covid nella sola Inghilterra e molte altre saranno state molto malate, ma non ricoverate in ospedale – ha affermato il ricercatore capo e scienziato cognitivo Adam Hampshire dell’Imperial College di Londra – . Abbiamo urgente bisogno di guardare a cosa si può fare per aiutare queste persone”.