Entro la metà di ottobre, il dipendente deve possedere il green pass. Oltre la sospensione del lavoratore, il datore di lavoro rischia multe per mancato il controllo
Babysitter, colf e badanti potrebbero trovarsi senza lavoro. Questo perché, entro il 15 ottobre scatta l’obbligo del green pass e chi non ne è in possesso, rischia la sospensione dal lavoro senza stipendio fino al 31 dicembre.
Sono 600mila le persone che rischiano il posto di lavoro per non aver ricevuto il vaccino anti Covid e il certificato verde. E’ questo il numero che spaventa e che emerge dalle valutazioni dell’associazione datoriale Domina. E la cifra stimata potrebbe essere ancora più alta come stabilisce Assindatcolf. Per l’associazione sindacale nazionale dei datori di lavoro domestico, il numero di lavoratori non vaccinati potrebbe corrispondere al 50% della platea e sfiorare il milione.
I numeri dei non vaccinati, molte badanti con lo Sputnik ma non basta
“Molte badanti che convivono
con gli assistiti – spiega al Sole 24 ore –
Lorenzo Gasparrini, segretario generale di Domina – si sono vaccinate
già nella primavera. Ma in base alle segnalazioni che riceviamo dalle famiglie
nostre associate, stimiamo che il 30% dei lavoratori domestici non siano ancora
vaccinati”. Gasparrini commenta i dati affermando che la maggior parte dei
lavoratori domestici proviene dall’Est, dove c’è ritrosia alla vaccinazione per
motivazioni culturali e per assenza di propaganda che promuove la diffusione
del vaccino. Inoltre “molte lavoratrici del’Est, si sono vaccinate con lo
Sputnik, che non è riconosciuto dall’Ema e dunque non dà accesso al Green
pass”.
Il Governo è stato sollecitato da associazioni di datori di lavoro domestico più volte, per facilitare l’accesso alla vaccinazione contro il Covid di badanti, colf e baby sitter.
Cosa fare con colf, baby-sitter e badanti ? Cosa rischiano i datori di lavoro?
E’ necessario che il datore di lavoro verifichi sempre il possesso del Green pass del proprio dipendente. Se quest’ultimo non ha un certificato verde valido, è necessario che il datore sospenda l’attività fino alla presentazione di una certificazione idonea.
In caso contrario, i datori di lavoro vanno incontro a una multa da 400 a 1000 euro per mancato controllo e da 600 a 1500 euro di sanzioni per la violazione dell’obbligo da parte del lavoratore.