"Sì a green pass in base alla situazione epidemiologica, mascherine al chiuso vanno tenute anche dopo 31 marzo". Così l'infettivologo Massimo Andreoni
“Dobbiamo imparare a convivere con una situazione importante di circolazione del virus, in alcun mesi dell’anno la numerosità dei casi passerà da 5.000 a 100mila e questa oscillazione sapremo gestirla in base ad alcune condizioni: a quelle ambientali, al comportamento delle persone e al livello di protezione immunologica della popolazione. I prossimi inverni ci porteranno queste situazioni di picco e discesa, il primo in inverno e poi l’estate tranquilla”. Così all’Adnkronos Salute Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma, commenta l’incremento dei casi Covid nell’ultima settimana.
Strategie e green pass
In questa situazione di endemia del coronavirus, quali sono le strategie per contenerlo? “Abbiamo capito che il vaccino riduce la circolazione e ci protegge dalla malattia grave – ricorda Andreoni – la mascherina ci aiuta a evitare situazioni di rischio al chiuso e gli assembramenti all’aperto. Poi è chiaro che si andrà verso una dose annuale del vaccino, non una quarta dose, ma un richiamo annuale per evitare recrudescenze autunnali, come già si fa per l’influenza”.
E il green pass, che fine farà? “Ci è servito per imporre ad alcune persone la vaccinazione – risponde Andreoni – direi che va tenuto in funzione della situazione epidemica, se è bassa si può alleggerire”. Infine sullo stop alle mascherine al chiuso, ipotesi che sta circolando già dal mese di aprile, Andreoni è chiaro: “Va tenuta anche oltre la fine dello stato di emergenza, e consiglierei anche di non togliersela all’aperto quando c’è affollamento”.