“Le difficoltà di gestione sono subito apparse evidenti, l’organizzazione sanitaria nel nostro Paese è pressochè affidata alle Regioni – ha aggiunto Conte -. Via via che la pandemia si è diffusa la prospettazione ingannevole della dicotomia fra tutela della salute e tutela dell’economia. Questa interpretazione l’abbiamo fin da subito respinta perchè fuorviante”.
Per Conte “la politica deve perseguire un europeismo critico, non fideistico: un approccio di autentica conversione che consapevolmente recuperi e rilanci, attualizzandole, le ragioni fondative del sogno europeo”.
“C’è euforia – ha aggiunto Conte – per le professioni di fede europeista che si sono moltiplicate anche in Italia in queste ultime settimane, tanto più che alcune di queste sono giunte inopinate”. Tuttavia “l’europeismo non è una moda e il modo migliore per contrastare i ripiegamenti identitari è lavorare con lungimirante concretezza per rafforzare la credibilità, l’affidabilità della casa comune europea: altrimenti, quando il vento cambierà e torneranno a spirare i venti nazionalisti, sarà molto complicato riuscire a contrastarli con la forza di soluzioni solide ed efficaci”.
(ITALPRESS).