Covid, da lunedì studenti a scuola in presenza anche in Sicilia - QdS

Covid, da lunedì studenti a scuola in presenza anche in Sicilia

redazione web

Covid, da lunedì studenti a scuola in presenza anche in Sicilia

sabato 30 Gennaio 2021

Tornano in classe non solo le superiori ma anche seconde e terze media. Intanto proteste e polemiche in tutt'Italia e un caos nelle Regioni Calabria e Campania. Le osservazioni del governatore pugliese Emiliano. I maltrattamenti sui minori

Cambiano le “zone” in Italia: il ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, ha firmato nuove ordinanze in vigore da lunedì primo febbraio e che consentiranno a oltre otto milioni di studenti italiani di rientrare in classe.
Tra questi due milioni e mezzo di studenti delle Superiori che si alterneranno al cinquanta per cento.

La Sicilia da lunedì passerà da rossa ad arancione, zona in cui si trovano le Regioni Puglia, Sardegna, Umbria e la Provincia Autonoma di Bolzano, mentre tutte le altre Regioni e Province Autonome saranno in area gialla.

E la nostra Isola si è dunque aggiunta alle regioni – Basilicata, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Puglia, Sardegna e Veneto – in cui da lunedì gli studenti delle superiori torneranno a scuola.

In Sicilia rientreranno in aula anche gli studenti di seconda e terza media, che, con la zona rossa, erano stati esclusi.

Ma polemiche e manifestazioni, da Sud a Nord stanno caratterizzando queste ore che precedono la ripresa della scuola in presenza, da lunedì, per oltre otto milioni di studenti italiani,

Ieri proteste degli studenti in venti città italiane, a sostegno delle iniziative dei sindacati di base per lamentare che la riapertura è avvenuta “in condizioni drammatiche” senza tutele per gli studenti e il personale della scuola.

A Roma studenti e docenti hanno sfilato fino al Ministero dell’Istruzione al grido di “Siamo stati abbandonati”, e sei ragazzi, cinque dei quali minorenni, sono stati denunciati per aver tentato di occupare un liceo.

Sindacati e allievi hanno parlato di “classi pollaio, trasporti sovraffollati e di assenza di un adeguato tracciamento dei contagi”.

In alcune regioni vige l’improvvisazione: il presidente facente funzioni della Calabria, il leghista Nino Spirulì, ha annunciato una nuova ordinanza in materia di didattica che preveda la possibilità di scelta tra la presenza e quella a distanza.

Polemiche hanno destato anche le parole del governatore campano Vincenzo De Luca il quale ha invitato i dirigenti scolastici a non differenziarle gli orari di ingresso, “assicurando piuttosto il rispetto dei limiti percentuali di presenza in aula degli alunni attraverso forme di rotazione”, per venire incontro alle famiglie che avrebbero difficoltà nel gestire arrivi scaglionati in classe da parte di più figli.

“Mancano 48 ore al ritorno in classe di migliaia di studenti campani e calabresi delle superiori, eppure De Luca e Spirlí gettano ancora nel caos studenti e famiglie”, hanno attaccato i componenti M5S in commissione Istruzione alla Camera.

E il governatore della Puglia, Michele Emiliano, criticato in queste settimane per aver consentito la didattica digitale integrata a tutte le famiglie che ne facessero richiesta, ha detto che “a scuola vige l’obbligo di presenza, ma l’obbligo di frequenza durante una pandemia è inconcepibile: chi pretende di dire a una famiglia ‘devi portare per forza fisicamente tuo figlio a scuola’, viola il diritto alla salute previsto dalla Costituzione”.

E ha aggiunto che “la didattica in presenza è pericolosa non solo per la scuola in sé per sé, che potrebbe essere sicura, ma in teoria c’è un milione di persone che va avanti e indietro due volte al giorno ed è una cosa folle”.

Ed è allarme per l’aumento dei minori maltrattati durante l’emergenza covid segnalato dalle Corti di appello: lo lancia il Primo presidente della Cassazione Pietro Curzio all’anno giudiziario.

“Nell’anno appena trascorso, in assenza di quella stanza di compensazione che è la scuola e di attività esterne, si è riscontrato un silenzioso aumento dei maltrattamenti in famiglia verso minori e più in generale l’incremento di situazioni concernenti minori maltrattati o abbandonati”.

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