I familiari di una dipendente del comune di Cassino morta di Covid la scorsa primavera, dopo aver contratto l’infezione presumibilmente sul posto di lavoro, hanno richiesto all’Inail un risarcimento di 500 mila euro.
E’ un passo a suo modo storico, che potrebbe, nel caso venisse accettato, aprire una serie infinita di richieste di questo tipo alle casse dello Stato e non.
LA RICOSTRUZIONE
Secondo quanto sostiene la famiglia, infatti, la donna si sarebbe ammalata al lavoro, visto che la sua mansione prevedeva il contatto diretto con il pubblico. Dopo aver preso il virus e manifestato i sintomi, le sue condizioni di salute si sono progressivamente aggravate, fino al ricovero ospedaliero e alla terapia intensiva.
IL LEGALE
“Le patologie infettive contratte in occasione di lavoro sono inquadrate e trattate come infortunio sul lavoro dal momento che la causa virulenta è equiparata alla causa violenta propria dell’infortunio, anche nell’ipotesi in cui gli effetti propri del contagio si manifestino dopo un certo lasso di tempo”, ha detto il legale della famiglia.