Lo studio sperimentale BLAZE-4 mostra già le prime evidenze. Due anticorpi monoclonali, combinati insieme, riducono del 70% la carica virale e quindi il rischio di aggravamento nei pazienti Covid
“I due anticorpi monoclonali in combinazione bamlanivimab con VIR-7831 hanno dimostrato una riduzione relativa del 70% della carica virale persistentemente elevata al settimo giorno rispetto al placebo”. Lilly, Vir Biotechnology e GSK hanno annunciato oggi i dati principali dello studio di fase 2 BLAZE-4 ampliato che studia pazienti adulti a basso rischio con Covid-19 da lieve a moderato.
“Non si sono verificati eventi per l’endpoint secondario di ospedalizzazione correlata a Covid-19 o morte entro il 29mo giorno in entrambi i bracci dello studio. Un paziente (nel braccio di trattamento) ha visitato il pronto soccorso per sintomi correlati a Covid-19. Non sono stati osservati eventi avversi gravi”. Le aziende farmaceutiche spiegano poi che bamlanivimab e VIR-7831 si legano a diverse regioni della proteina spike di Sars-CoV-2.
Lo studio
I dati preclinici suggeriscono che la somministrazione di questi due anticorpi sperimentali insieme può fornire protezione contro le attuali varianti di Sars-CoV-2 resistenti a bamlanivimab. “La riduzione della carica virale persistentemente elevata è un importante endpoint virologico , dimostrato nello studio di fase 2 BLAZE-1 di Lilly e successivamente convalidato nello studio di Fase 3, per essere fortemente correlato con l’esito clinico di ricoveri e decessi in pazienti ad alto rischio.
Questi dati virologici supportano la nostra convinzione che bamlanivimab e VIR-7831 insieme potrebbero essere un’opzione promettente per il trattamento di Covid-19 “, ha dichiarato Daniel Skovronsky, direttore scientifico di Lilly e presidente dei Lilly Research Laboratories. “Questa valutazione virologica di due anticorpi con profili di resistenza distinti è un incoraggiante progresso nella nostra lotta contro la pandemia”, ha aggiunto l’amministratore delegato di Vir George Scangos. “Questi primi dati dello studio BLAZE-4, insieme ai risultati dello studio COMET-ICE supportano la nostra ipotesi che mirando a un epitopo altamente conservato, VIR-7831 possa aiutare a fornire benefici ai pazienti”, ha concluso Hal Barron, direttore scientifico e Presidente R&D, GSK.