Giovedì il Cdm sulle contromisure. Speranza sulla variante Omicron, "siamo in vantaggio, approfittiamone per spingere sulle terze dosi". E gli anestesisti chiedono il lockdown per i non vaccinati
L’Italia si avvicina alla zona arancione: ne è convinto Guido Rasi, consulente scientifico del commissario per l’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo.
Rasi ha fatto notare infatti come continui “ad aumentare l’occupazione dei posti ospedalieri”.
Terze dosi, una lotta contro il tempo
E ha sottolineato che è “fondamentale fare subito le terze dosi: è una corsa contro il tempo”.
Il Ministero della Salute, intanto, ha chiesto alle Regioni di rafforzare le misure di assistenza.
“Il Paese è in una fase epidemica acuta” ha detto ieri sera il ministro Roberto Speranza, confermando la preoccupazione del governo, ma assicurando che ancora non è stata assunta alcuna decisione.
Come si sa, il premier Mario Draghi ha convocato una cabina di regia che avrà luogo subito prima la riunione del Consiglio dei Ministri di giovedì prossimo, antivigilia di Natale.
Gli anestesisti chiedono lockdown per non vaccinati
Il confronto con gli scienziati servirà anche a “decidere se ci sarà bisogno di ulteriori misure”.
E si valuta l’appello dei medici anestesisti che hanno chiesto un lockdown per i non vaccinati visto l’aumento del 70% dei posti occupati nei reparti di terapia intensiva.
Oggi intanto dovrebbero essere resi noti i dati sulla diffusione in Italia di quella variante Omicron che, partita dal Sudafrica, sta preoccupando il mondo.
Attesa per oggi i datu su Omicron in Italia
“La variante – ha anticipato il ministro della Salute, Roberto Speranza – non è ancora diffusa in modo significativo. Abbiamo un vantaggio e dobbiamo mantenerlo, ma sappiamo che non durerà a lungo. Dieci giorni significano però 4-5 milioni di terze dosi e questo può fare la differenza. Giovedì si riunisce la cabina di regia, nessuna decisione è stata presa: faremo le valutazioni sulla base dei dati. Ci stiamo confrontando, numeri alla mano. Valuteremo le soluzioni possibili. Attualmente non ci sono limitazioni, le attività economiche sono aperte: abbiamo fatto una grande campagna di vaccinazione, l’88,5% delle persone sopra i 12 anni ha fatto la prima dose e l’85,3% ha fatto anche la seconda”.
Il problema è che “c’è una situazione non semplice a livello italiano ed europeo, anche se i nostri contagi quotidiani sono un terzo rispetto a quelli della Gran Bretagna e circa la metà rispetto a quelli di Francia e Germania. C’è una crescita significativa piuttosto costante nelle ultime settimane, se continua così può rischiare di mettere in difficoltà le nostre strutture sanitarie”.
Omicron, Italia in vantaggio, aumentare terze dosi
Da qui la necessità di avviare “una riflessione con la comunità scientifica per valutare la congruità delle nostre misure. Conosciamo la variante Omicron da poche settimane, i primi dati ci dicono che la terza dose di vaccino ci consente di avere un livello di protezione molto significativo. In Italia oltre 14 milioni di persone hanno fatto la terza dose, è lo scudo migliore che ci può preparare a quando, da qui a qualche settimana, la variante Omicron sarà molto più presente nel nostro Paese”.
L’attenzione ovviamente si concentra sulla tenuta del sistema ospedaliero, perché, quando la variante si diffonderà in modo più ampio, rischia di cambiare radicalmente lo scenario covid.
Le possibili contromisure del Governo
La cabina di regia con il premier Mario Draghi che si riunirà giovedì dovrà valutare tutto questo.
Riguardo alle ipotesi di contromisure, secondo Rasi, “prima di arrivare al lockdown si potrebbero attuare sicuramente mascherine all’aperto, distanziamento, evitare gli assembramenti: ho visto finalmente una cultura della gestione dei flussi”.