Covid, il forte rischio di un Natale in zona gialla - QdS

Covid, il forte rischio di un Natale in zona gialla

redazione web

Covid, il forte rischio di un Natale in zona gialla

sabato 13 Novembre 2021

Per ora tutte le regioni in zona bianca ma il pericolo potrebbe ripresentarsi alla fine dell'anno. Rezza, un aumento delle vaccinazioni potrebbe salvare la situazione. L'aumento di casi tra i bambini

“Potrebbero cambiare i comportamenti: potrebbe esserci una corsa a vaccinarsi, mentre ora c’è un po’ di stasi”.
Questo si augura Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del ministero della Salute, perché, se per il momento tutte le regioni restano in zona bianca, non si può “escludere un ulteriore aumento dei casi nelle prossime settimane” che, alcune regioni potrebbero diventare gialle.

NATALE A RISCHIO PER GLI ITALIANI – Il Natale degli italiani, dunque, potrebbe essere a rischio. E la speranza è che la crescita dei contagi non sia accompagnato da una crescita dei casi in terapia intensiva. E questo potrebbe essere evitato, appunto, da un nuovo impulso alla campagna vaccinale.

CAMPAGNA VACCINALE – “Coprire con la vaccinazione anti-Covid e con un richiamo sia le persone più fragili sia le meno fragili che possono trasmettere l’infezione è particolarmente importante – ribadisce Gianni Rezza – Farlo subito ci può evitare il picco di casi che altrimenti ci costringerebbe a prendere misure gravose”.

LA PAURA DI MISURE INSOSTENIBILI PER L’ECONOMIA – L’esperienza degli altri Paesi, dove la situazione è più critica, suggerisce che, sottolinea Rezza, “o interveniamo precocemente con la campagna vaccinale o prendiamo misure particolarmente gravose. E credo che ormai – ha avvertito – la popolazione e l’economia, anche quella dei singoli, non solo la ‘macro-economia’, queste misure non le reggerebbe”.

IL MONITORAGGIO ISS – Di certo, i dati del monitoraggio dell’Iss diffusi ieri sera preoccupano: l’indice Rt sale fino a 1,21, l’incidenza raggiunge 78 casi di coronavirus su 100mila abitanti. Il tasso di occupazione da parte di pazienti covid in terapia intensiva è al 4,4%, in salita rispetto al 4,0% rilevato una settimana prima, il 4 novembre. In salita anche l’occupazione dei reparti di area medica che si attesta al 6,1% rispetto al 5,3% del 28 ottobre.
Per il momento tutte le regioni restano in zona bianca ma la situazione e preoccupante e molti temono che gran parte dell’Italia possa finire in zona gialla per Natale, anche se gli scienziati sottolineano come sia difficile fare previsioni.

CONTAGI IN AUMENTO IN TUTTE LE REGIONI – “In tutte le Regioni c’è un aumento della circolazione del virus e questo si traduce in un aumento dei casi” ha detto il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro.

“La mappa europea, anche questa settimana, mostra un’Europa divisa in due e le parti confinanti con la zona orientale sono maggiormente in rosso. La circolazione del virus sta aumentando – ha aggiunto – Le curve ci mostrano come anche nel nostro Paese i casi sono in crescita, ma più contenuta rispetto ad altri Paesi. In Europa la circolazione è in netto aumento”.

FASCE DI ETA’ – Brusaferro ha spiegato che “negli ultimi sette giorni si concentra una crescita dei casi nelle fasce d’età intermedie, 30-39 anni e 40-49 anni, che poi hanno la quota di popolazione non vaccinata più significativa, e tra i giovani dove ancora non è raccomandata la vaccinazione”.

UNDER 12 – “L’analisi dei casi pediatrici di infezione ci mostra come, sostanzialmente, anche in questa fascia di età ci sia una circolazione aumentata del virus, in particolare nella popolazione sotto i 12 anni – ha detto il presidente dell’Istituto superiore di sanità – Anche dal punto di vista dell’impatto dei ricoveri, sebbene con numeri limitati, parliamo di una, due o tre persone, si mostra un lieve movimento che sta a indicare l’aumentata circolazione in questa popolazione”.

TERZA DOSE – Quanto ai vaccini, per Brusaferro “l’efficacia vaccinale rimane molto elevata per ospedalizzazioni, ricoveri in terapia e per i decessi, supera il 90%, mentre per la diagnosi, soprattutto per le fasce di età più centrali è un po’ più bassa. Si abbassa significativamente a partire dal sesto mese. Per questo è importante aderire, man mano che passano i sei mesi, alla terza dose in base alle modalità raccomandate dal ministero”.

“Ci sono milioni di cittadini – ha ricordato – che non hanno fatto nemmeno una dose, ed è estremamente importante che inizino il ciclo”.

La campagna vaccinale anti-Covid, ha concluso Brusaferro, è sostanzialmente “stabile”, ma “sono in aumento le terze dosi”. In particolare, per i richiami, “gli over 80 hanno raggiunto il 30,4%”.

E per questa fascia di età “è rilevante raggiungere e mantenere elevata la copertura immunitaria attraverso la terza dose” ha sottolineato.

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