In un rapporto dell'Istituto superiore di Sanità si parla del "pensiero che fa male" e cambia gli stili di vita. Pandemia "emotivamente dolorosa", aumenta l'uso di alcolici. Over 65 più sedentari
Un “virus della mente” che colpisce in particolare gli anziani, che, in questi mesi di pandemia hanno cambiato in peggio i propri stili di vita, in termini di aumento di consumo di alcol e di sedentarietà.
Ma hanno soprattutto danneggiato anche l’animo: quasi un italiano su quattro dichiara di aver vissuto la pandemia in modo emotivamente doloroso.
Lo rivelano gli ultimi dati elaborati su un campione di interviste realizzate fra agosto e dicembre 2020 dalle Aziende Sanitarie Locali (Asl), in collaborazione con le Regioni e coordinati a livello nazionale dall’Istituto Superiore di Sanità.
I dati sono pubblicati nel Rapporto “Passi e Passi d’Argento e la pandemia Covid-19” e da essi emerge come il 23% degli adulti abbia ripensato all’esperienza vissuta e legata alla pandemia in maniera dolorosa, ovvero il “pensiero intrusivo”, risultato più frequente fra le donne, fra le persone più mature, fra i più svantaggiati, per difficoltà economica o per bassa istruzione e fra i residenti del Centro-Sud.
Ma anche fra chi ha sintomi di depressione o ha una salute compromessa ed è affetto da almeno una patologia cronica, oltre che per chi ha vissuto in maniera diretta la pandemia.
Tra gli over 65 il pensiero intrusivo riguarda il 34% degli intervistati.
Per gli stili di vita, se fra gli adulti si riduce la quota di sedentari, perché aumenta l’attività fisica nel tempo libero, tra gli anziani si registra un aumento significativo della quota di sedentari nel periodo pandemico rispetto agli stessi mesi del 2019, che sale dal 40% del 2019 al 43% nel 2020.
E per il consumo di alcol nella popolazione over 65 si registra un incremento statisticamente significativo della quota complessiva di persone che riferisce di consumarlo, che passa dal 39%, osservato negli stessi mesi del 2019 al 45% del 2020.
Tra gli adulti il trend rimane più o meno invariato dal 2018.
Questi dati vanno ad aggiungersi alla fotografia scattata dai primi dati dell’indagine diffusi alla fine dello scorso anno in cui si evidenziava che due persone su tre sono disposte a vaccinarsi con una percentuale che sale tra gli anziani (84%) e i 18-34enni (76%); che per il 32% degli italiani sono peggiorate le risorse economiche, ma nella fascia 35-49 anni la quota sale al 36%.