Coronavirus, in Sicilia pochi tamponi, molti casi, positivi +83,8% da giugno - QdS

Coronavirus, in Sicilia pochi tamponi, molti casi, positivi +83,8% da giugno

redazione

Coronavirus, in Sicilia pochi tamponi, molti casi, positivi +83,8% da giugno

giovedì 01 Ottobre 2020

È quanto emerge dall’aggiornamento dei dati dell’Osservatorio nazionale sulla salute. Oltre che nell’Isola registrati incrementi anche in Lazio, Campania e Sardegna

PALERMO – Si è ridotta la letalità del Covid-19: se fino a giugno morivano quasi 15 pazienti su cento oggi ne muoiono circa 12. Ma i contagi da coronavirus sono in forte crescita soprattutto nelle regioni del Centro-Sud, con Sardegna, Campania, Lazio e Sicilia che dal 16 giugno al 24 settembre, mostrano un incremento di positivi pari rispettivamente a +154,2%, +140,7%, +90,8% e +83,8%. Numeri che “suggeriscono come la fase che stiamo vivendo non sembra avere le stesse caratteristiche di quella precedente”.

È quanto emerge dall’aggiornamento dei dati relativi all’emergenza Covid-19 dell’osservatorio nazionale sulla Salute coordinato da Walter Ricciardi, ordinario di Igiene all’Università Cattolica di Roma e da Alessandro Solipaca, direttore scientifico dell’Osservatorio. “L’andamento preoccupante” di queste regioni, spiegano gli autori del rapporto “OsservaSalute”, viene confermato anche guardando al numero dei contagi medi giornalieri: in Campania era pari a 67 casi nei primi 60 giorni della pandemia (dal 24 febbraio al 23 aprile), mentre negli ultimi 60 giorni (dal 27 luglio al 24 settembre) è salito a 102. In Sardegna nello stesso periodo si è passati da 21 a 35 casi medi giornalieri, nel Lazio da 101 a 110 e in Sicilia da 49 a 53.

Ad allarmare è anche il fatto che “in queste regioni si riscontra anche un numero più basso di persone sottoposte a test”: 11,7 per cento abitanti nel Lazio, 9,3 in Sardegna, 6,7 in Sicilia e 6,1 in Campania. Ma fortunatamente la letalità continua a restare tra le più basse: 4,1 decessi ogni cento contagiati in Campania, 4,3 in Sicilia, 4,6 in Sardegna e 5,9 nel Lazio, rispetto a una media italiana di 11,8.

Al contrario, Lombardia e Piemonte, le due regioni che nella prima fase della pandemia sono state colpite più violentemente dai contagi, nella seconda fase presentano un incremento più limitato dei nuovi contagi, rispettivamente del 14,6% e 11,5%. Il numero medio di contagi giornalieri, dal 24 febbraio al 23 aprile, era pari a 1.169 in Lombardia e 386 in Piemonte; dal 27 luglio al 24 settembre sono scesi rispettivamente a 159 e 51 contagi. In Lombardia, però, resta la percentuale di letalità più elevata, 16 decessi per cento contagiati.

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