Ha anche rassicurato sul tema della vaccinazione anti Covid per i giovanissimi. Ricordando l'importanza della vaccinazione che ha permesso di abbattere i numeri di ricoveri in terapia intensiva
“Ad
oggi non abbiamo evidenza di quanto duri la risposta immunitaria alla
vaccinazione contro il Sars-Cov-2. Di qui l’incertezza rispetto alla
somministrazione di una terza dose. Quello che è importante, però, è farci
trovare preparati”, perché “la Preparedness deve essere stella polare
che deve orientare le politiche del Paese per far sì che non si verifichino più
le condizioni che abbiamo visto nella primavera 2020”.
“Farsi
trovare pronti – ha aggiunto Locatelli – significa rendere disponibili nel
Paese anche eventuali dosi che potrebbero servire per la terza
somministrazione”. Da questo punto di vista, ha ricordato “l’Italia
si è assicurata per il 2022-23 qualcosa come 100.000 milioni di
dosi di vaccino a mRna e questo la dice lunga sulla capacità di poter
gestire la necessità di una terza dose o anche di eventuali richiami
annuali”.
Ma per
Locatelli, “serve anche creare una struttura di ricerca e sviluppo di
vaccini che potrebbe avere una valenza geopolitica perché i vaccini sviluppati
nel nostro Paese potrebbero aiutare affrontare globalmente l’emergenza
pandemica internazionale”. Inoltre, “dotare un Paese di strutture in
grado di sviluppare vaccini è assolutamente fondamentale e imprescindibile,
tanto più considerando la storia di assoluto rilievo della ricerca italiana nel
settore della vaccinologia”.
Locatelli su gap regionale vaccini personale scolastico
“Certamente va incentivata e fortemente raccomandata la vaccinazione del personale scolastico, docente e non. Esiste ancora disparità tra regioni che va decisamente eliminata. Abbiamo regioni con una percentuale di immunizzazione al 90% e altre al 60%, questa disparità va eliminata per creare le condizioni per una ripresa con continuità delle lezioni in presenza. Perché le lezioni in presenza significa deprivazione sociale e psicoaffettiva.
Quanto alla obbligatorietà – ha precisato il presidente del Consiglio Superiore di Sanità (Css) – mi sono fortemente espresso per l’obbligatorietà della vaccinazione nel personale sanitario, e su questo non ho la minima esitazione. Ma per il personale scolastico credo sia più complesso, abbiamo scelto la vaccinazione facoltativa e credo la strada maestra sia fornire argomentazioni scientifiche, che non mancano, per la vaccinazione di personale scolastico e degli adolescenti”. La vaccinazione, ha concluso, “va promossa anche con campagne mediatiche e, da questo punto di vista, di più è meglio”.
Locatelli su vaccini 12-18enni
“Della vaccinazione tra 12 e 18 anni ne penso tutto il bene possibile: i profili di sicurezza del vaccino sono estremamente rassicuranti. E il vaccino consente loro di non sviluppare le pur rare sindromi multinfiammatorie sistemiche conseguenti all’infezioni da Sars-Cov-2, ridurre la circolazione virale e garantire nelle classi la protezione di ragazzi che non rispondono al vaccino perché sono in condizioni di immunodeficienza.
In
ultimo, la vaccinazione in questa fascia di età consente di garantire con
sicurezza la continuità scolastica in presenza”.
A
rassicurare sul tema della vaccinazione anti Covid per i giovanissimi è stato Franco
Locatelli, coordinatore del Comitato Tecnico scientifico (Cts),
presidente del Consiglio Superiore di Sanità (Css) e direttore del Dipartimento
di Onco-Ematologia e Terapia Cellulare e Genica del Bambino Gesù di Roma,
durante l’evento digitale “Life Sciences Pharma & Biotech Summit“,
organizzato dal Sole 24 Ore.
“Lo
sforzo profuso dallo Stato sulle vaccinazioni è importante e ci ha permesso
finora di abbattere i numeri di ricoveri in terapia intensiva e ospedale.
Certamente – ha aggiunto – la variante Delta è molto più contagiosa di
quella originaria e risponde meno ai vaccini. Questo spiega il perché è
importante completare il prima possibile il ciclo vaccinale con le due dosi a
più persone possibile”.