Covid, morta undicenne a Palermo, la madre, "Vaccinatevi" - QdS

Covid, morta undicenne a Palermo, la madre, “Vaccinatevi”

redazione web

Covid, morta undicenne a Palermo, la madre, “Vaccinatevi”

mercoledì 28 Luglio 2021

"Non siamo no vax come dice Musumeci e abbiamo prenotato le prime dosi per noi". Nessuno della famiglia di Ariele era immunizzato. Il medico, la bimba affetta da una rara patologia metabolica

“Dovete vaccinarvi per salvare i bambini e le persone fragili come lei che non possono farlo” e “chi non si vaccina per ideologia, abbia almeno la decenza di chiudersi a casa e non mettere a rischio gli altri”.

L’appello è della madre di Ariele, la bambina palermitana di undici anni
che da anni soffriva di una rara patologia metabolica, morta nell’ospedale Di Cristina (nella foto) per i postumi di un’infezione da variante Delta da Coronavirus.

Un appello lanciato attraverso il quotidiano Repubblica che riporta un colloquio con la donna, distrutta dal dolore.

“Ha aspettato – ha raccontato – la fine della nostra quarantena per andarsene, ma non abbiamo nemmeno potuto accarezzarla”.

La madre di Ariele, però dice anche “basta alle strumentalizzazioni sulla morte di nostra figlia: non siamo no vax”.

Astrazeneca e le notizie contraddittorie

E sulla mancata vaccinazione dei componenti la famiglia spiega che hanno “perso tempo” perché volevano “capire meglio, dopo le notizie contraddittorie su AstraZeneca”.

Poi la bambina “era stata male, come accadeva ciclicamente, e avevamo posticipato per assisterla”.

“Ma – ha aggiunto – ci stavamo organizzando per vaccinarci tutti. Le altre mie figlie più grandi, del resto, hanno sempre fatto i vaccini pediatrici consigliati. Lei non poteva a causa della sua patologia. Per un anno e mezzo siamo stati barricati a casa, per salvaguardarla”.

La vacanza in Spagna

Poi la vacanza in Spagna di una delle sorelle della bambina, tornata positiva dal viaggio.

“Le mie figlie – ricostruisce – sono risultate tutte positive, io e mio marito siamo stati sempre negativi. L’11 luglio la saturazione di Ariele è crollata e abbiamo chiamato il 118. Ha resistito per sedici giorni, sedata e intubata. Ora ce l’hanno restituita dentro un sacco nero”.

“Aspettare mi è costato caro – ha osservato la madre di Ariele – ho già chiamato il medico di base per prenotare la prima dose. Non voglio rischiare che le mie figlie rimangano orfane”.

L’attacco a Musumeci

Poi l’attacco al presidente della Regione Nello Musumeci: “Mi ha definita no vax – ha detto – aggiungendo dolore a dolore”.

“Sarebbe stato bello – ha concluso la madre di Ariele – che si fosse esposto allo stesso modo quando con altre mamme lottavamo per avere un reparto di Malattie metaboliche o quando abbiamo chiesto la possibilità per mia figlia e i bambini con diagnosi infausta di avere le cure compassionevoli con le cellule staminali”.

Medico ospedale, decesso che colpisce

“Sebbene la criticità della situazione fosse apparsa, da diversi giorni, in tutta la sua gravità questa morte ci colpisce forse più delle altre. L’infezione da variante Delta ha definitivamente destabilizzato il precario equilibrio organico di una paziente che da anni soffriva di una patologia rara e congenita”.

Lo ha detto il direttore sanitario dell’azienda ospedaliera Civico, Salvatore Requirez, parlando della morte di Ariel.

“La direzione strategica dell’Arnas Civico – ha aggiunto – è, con sentito cordoglio, vicina ai genitori della piccola che per anni sono stati in prima linea nella difesa dei diritti delle associazioni e dei malati per gli interessi dei quali si battevano. Ma offre anche solidarietà e ringraziamento quanti tra medici, infermieri e operatori sanitari tutti si sono prodigati, in tutti questi anni, nell’assistenza alla piccola, sia a livello ambulatoriale che in reparto di ricovero, divenuta, nel tempo una persona di famiglia”.

“Molti di loro – ha sottolineato Requirez – domani, chiudendo per sempre la sua cartella clinica, il suo diario ambulatoriale, leggeranno quel nome con commozione. Non sarà facile dimenticarlo. Anche quando quelle carte passeranno in archivio. Perché è il simbolo agghiacciante dell’atrocità di una malattia che non ha pietà di colpire le persone più deboli e indifese”.

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