Alle carenze di organico si aggiungono le assenze degli agenti positivi. Focolaio anche a Enna. Uilpa: “Non conosciamo dati sui contagi”
PALERMO – Sono preoccupanti i numeri del contagio nelle carceri italiane. Su 53.727 presenze i detenuti positivi sono 3.487 (di cui 27 nuovi). Ad essere contagiati anche i poliziotti penitenziari: su 36.939 in servizio ben 1.609 sono i casi risultati positivi. I dati, aggiornati a giovedì sera, sono contenuti nel report settimanale pubblicato sul sito del ministero della Giustizia.
La scorsa settimana i casi erano stati 2.625 tra i detenuti e 1.572 tra gli agenti. Tra i detenuti positivi, 3.448 sono asintomatici, 22 hanno sintomi e sono gestiti all’interno degli istituti e 17 sono ricoverati in ospedale. Tra i poliziotti 1.583 sono asintomatici in isolamento domiciliare, 21 sono ricoverati in caserma e 5 in ospedale. Ottantotto sono infine i positivi tra le 4.021 unità del personale dell’amministrazione penitenziaria, tutti in isolamento domiciliare, mentre la scorsa settimana erano 74.
Intanto prosegue la campagna vaccinale nelle carceri. 101.499 le dosi somministrate ai detenuti come riportato nel bollettino settimanale, pubblicato sul sito del ministero della Giustizia. Il trend negativo si registra anche nella nostra regione e lo dimostra il monitoraggio della situazione nelle strutture detentive della Sicilia da Giovanni Fiandaca, garante dei diritti dei detenuti della Regione siciliana. “Nell’ultima settimana il numero di detenuti positivi nelle carceri siciliane è andato purtroppo crescendo – ha detto Fiandaca -. La maggiore concentrazione di persone infette continua a registrarsi soprattutto nella Sicilia orientale, con una percentuale elevata a Siracusa di circa 200 unità. Il garante chiede alle Asp un maggiore impegno.
Sui contagi nelle carceri interviene anche Pino Apprendi, Presidente Regionale di Antigone, l’associazione che si batte per i diritti e le garanzie del sistema penale. “Si tende a sminuire il problema e non ne comprendiamo il motivo – ha detto Apprendi -. Uscendo dal carcere di Pagliarelli dissi che il Covid in carcere c’è. Oggi la situazione è peggiorata, nonostante gli sforzi di dirigenti e personale. Urge avviare una seria campagna di sanificazione di tutti gli ambienti e mettere a disposizione strumenti di protezione individuali per tutti, dalle mascherine agli igienizzanti e adibire locali salubri e idonei ai contagiati. Le Asp battano un colpo e passino ad ispezionare i locali dove queste persone devono passare la quarantena”.
Il sindacato di polizia penitenziaria Uilpa lamenta la mancanza di trasparenza sui dati dei contagi. “I dati dei contagi da Covid-19 dal PRAP di Palermo non ci vengono trasmessi con regolarità – ha detto i segretari regionali in una nota congiunta – e quindi pare che si voglia nascondere il dato della situazione carceraria. Dai dati che riusciamo ad avere sarebbero oltre 300 i detenuti positivi al Covid, con 200 detenuti in cella singola asintomatici per precauzione, e altri 100 insieme ad altri detenuti, sempre precauzionalmente perché anche asintomatici”.
“Anche il dato del personale contagiato ha superato abbondantemente le 350 unità – insistono dalla Uilpa – con grave pregiudizio per l’ordine la sicurezza degli istituti penitenziaria, in quanto il già carente organico di Polizia Penitenziaria siciliano di circa 700 unità si deve sommare alle assenze per Covid-19, raggiungendo oltre 1000 assenze”. “Purtroppo dobbiamo registrare – chiosano i sindacalisti Uil – una totale assenza di iniziative dal parte dell’amministrazione penitenziaria, unitamente ai vertici delle varie ASP, perché pare che l’ordine è quello di non procedere ad operazioni di tamponi a tappeto, di sanificazione dei locali e dei mezzi, per evitare di vedere inesorabilmente salire a dismisura il numero dei positivi, ovvero chiudere interi padiglioni e/o reparti”.