Cronaca

Covid, nelle farmacie manca l’ibuprofene: cos’è e cosa succede

L’ibuprofene è uno degli antidolorifici e antinfiammatori che vengono più comunemente indicati in caso di dolori muscolari, febbre, mal di testa, ossia i sintomi più lievi della variante Omicron. Nelle ultime settimane è nata una caccia al farmaco, ormai usato come terapia a domicilio per il Covid. A mancare nelle farmacie italiane è soprattutto il dosaggio di 600mg, per cui però è richiesta la ricetta del medico. Un primo allarme era stato lanciato la scorsa estate e adesso, con i primi mali stagionali, il tema si ripropone.

Antinfiammatori, la continua richiesta e perchè mancano

Gli antinfiammatori sono molto richiesti e l’aumento della domanda si somma agli effetti della crisi internazionale che penalizzano tutta la filiera del farmaco, causando evidenti disagi per i pazienti. Alcuni principi attivi mancano e anche i materiali necessari per il confezionamento dei prodotti farmaceutici come il vetro delle fiale, la pellicola di alluminio che chiude il blister o la plastica conformata per alloggiare le compresse. A questo si aggiunge il problema dell’aumento dei costi dell’energia e del caro carburante che inevitabilmente si riversano sulle imprese produttrici e sulla catena distributiva.

Cos’è l’ibuprofene

L’ibuprofene è un farmaco appartenente alla classe degli antinfiammatori non steroidei (FANS) ed è dotato di proprietà antinfiammatorie, analgesiche e antipiretiche. Il meccanismo di azione dell’ibuprofene prevede la riduzione della produzione delle prostaglandine, principalmente attraverso l’inibizione del funzionamento delle ciclo-ossigenasi COX-1 e COX-2 (inibizione non selettiva). Il farmaco è indicato per il trattamento del dolore di varia natura, da lieve a moderato (ad esempio cefalea, mal di denti, dolore mestruale, dolori osteoarticolari). L’ibuprofene non dovrebbe essere utilizzato da chi soffre di insufficienza renale ed in caso di patologie epatiche e dell’apparato gastrointestinale (come gastrite, ulcera peptica ed emorroidi con sanguinamento).

Federfarma: “Terapia anti-Covid più usata”

“Ormai ci siamo abituati a questi alti e bassi nella disponibilità del farmaco – spiega all’Adnkronos Salute Marco Cossolo, presidente nazionale Federfarma – conseguenza del fatto che l’ibuprofene è ormai la terapia anti-Covid più usata. E’ probabile che in tanti abbiano fatto scorta per l’inverno“. Secondo Eugenio Leopardi, coordinatore consiglio nazionale Federfarma, “verso la fine dell’anno si registrano tante carenze di farmaci, il Brufen* è uno di questi”.

La situazione in Sicilia

La situazione siciliana è uguale al resto d’Italia e d’Europa ma non c’è un vero allarme – ha detto Roberto Tobia, segretario nazionale Federfarma – . Per i farmacisti non è bello dire ‘no’ ad un paziente che così non può rispettare la terapia. Esistono le soluzioni: i farmaci equivalenti che hanno gli stessi principi attivi e sostituiscono i medicinali di marca. I farmacisti hanno l’obbligo di proporlo; inoltre, per il paziente comprare un medicinale generico vuol dire risparmiare. Altra valida alternativa è la possibilità da parte delle farmacie di preparare nei laboratori alcuni medicinali come ad esempio l’ibuprofene”.