Salute

Covid, l’Omicron 2 più trasmissibile, preoccupa ancora

Omicron 2 deve continuare a essere “monitorata come un sottolignaggio distinto della variante Omicron di Sars-CoV-2 dalle autorità sanitarie pubbliche”. BA.2 – questo il codice con cui viene indicata – dovrebbe “continuare a essere considerata variante di preoccupazione e rimanere classificata come Omicron”. E’ quanto scrivono nero su bianco gli esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in una dichiarazione diffusa al termine dell’ultimo incontro del gruppo consultivo tecnico sull’evoluzione di Sars-CoV-2 (Tag-Ve), in cui sono state discusse e analizzate le ultime evidenze su Omicron e le sue sottovarianti, comprese BA.1 e BA.2. Evidenze che mostrano come “BA.2 ha un vantaggio di crescita rispetto a BA.1”, ma anche che appare difficile reinfettarsi con Omicron 2 dopo essersi contagiati con Omicron 1.

Omicron è attualmente la variante dominante in circolazione a livello globale, e rappresenta quasi tutte le sequenze segnalate alla piattaforma Gisaid. E’ composta da diversi sublignaggi, ciascuno dei quali è monitorato dall’Oms. I più comuni – ricordano gli esperti dell’agenzia – sono BA.1, BA.1.1 e BA.2″. Qual è la situazione oggi? “A livello globale, la quota di sequenze segnalate come BA.2 è aumentata rispetto a BA.1 nelle ultime settimane. Tuttavia la circolazione globale di tutte le varianti sta diminuendo”, illustrano.

Le differenze con Omicron 1

Omicron 2 differisce dalla 1 nella sua sequenza genetica, in particolare si segnalano alcune differenze di amminoacidi nella proteina Spike e in altre proteine. “Sono in corso studi per comprendere le ragioni del vantaggio di crescita di BA.2 rispetto a BA.1, ma i dati iniziali suggeriscono che BA.2 appare intrinsecamente più trasmissibile di BA.1, che attualmente rimane la sottovariante più comune di Omicron”. In ogni caso, precisa il gruppo tecnico, “questa differenza di trasmissibilità sembra essere molto più piccola della differenza tra BA.1 e Delta. Inoltre, sebbene le sequenze BA.2 stiano aumentando in proporzione rispetto ad altri sottolignaggi di Omicron (BA.1 e BA.1.1), c’è ancora un calo riportato nei casi complessivi a livello globale”.

Il rischio di reinfezione

Gli studi stanno valutando poi il rischio di reinfezione con BA.2 rispetto a BA.1. E’ stata effettivamente documentata la reinfezione da Omicron 2 dopo l’infezione da Omicron 1. “Tuttavia, i dati iniziali degli studi sulla reinfezione a livello di popolazione – precisa l’Oms – suggeriscono che l’infezione da BA.1 fornisce una forte protezione contro la reinfezione da BA.2, almeno per il periodo limitato per il quale i dati sono disponibili”.

Gli esperti del Tag-Ve hanno anche esaminato i dati di laboratorio preliminari dal Giappone, generati utilizzando modelli animali senza alcuna immunità a Sars-CoV-2, che hanno evidenziato che “BA.2 potrebbe causare malattie più gravi nei criceti rispetto a BA.1”. Hanno anche preso in considerazione però “i dati del mondo reale sulla gravità clinica provenienti da Sudafrica, Regno Unito e Danimarca, dove l’immunità da vaccinazione o infezione naturale è elevata: in questi dati, non è stata segnalata alcuna differenza di gravità tra BA.2 e BA.1″.

L’Oms “continuerà a monitorare da vicino il lignaggio BA.2 come parte di Omicron e chiede ai Paesi di continuare a essere vigili, a monitorare e segnalare le sequenze, nonché a condurre analisi indipendenti e comparative dei diversi sottolignaggi di Omicron“.