A infettarsi non soltanto no vax e vaccinati, ma anche coloro che hanno contratto il Covid nelle precedenti ondate.
Covid, la quarta ondata continua ad allarmare in Sicilia e nel resto d’Italia, dove ogni giorno si registra un nuovo record di contagi. Cresce la pressione sugli ospedali, così come la disponibilità di posti per i pazienti, anche non Covid. Adesso si reinfettano anche coloro che avevano contratto il virus nelle precedenti ondate.
Le previsioni sui contagi e sui ricoveri: “Percentuali che iniziano ad essere preoccupanti”
“Con questo ritmo di crescita la prossima settimana avremo 3 milioni di positivi“. Lo ha detto Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe ai microfoni della trasmissione ‘L’Italia s’è desta’ su Radio Cusano Campus. “In proiezione – ha spiegato – lunedì prossimo potremmo avere un‘occupazione dei posti letto in area medica al 38% e in terapia intensiva al 20%, percentuali che iniziano ad essere preoccupanti“.
“La previsione dei 2 milioni di positivi purtroppo l’abbiamo azzeccata – ha affermato Cartabellotta – è evidente che questo sta iniziando a pesare sugli ospedali, con quasi 16 mila pazienti in area medica a quasi 1600 in terapia intensiva. Abbiamo quasi l’1% di persone che vanno in area medica e l’1 per mille va in terapia intensiva”.
Il tasso di positività dei tamponi
Per Cartabellotta “avere un 13% di tamponi rapidi positivi ci dà l’idea di quella che è la circolazione virale. Se arriveremo a 3 milioni di positivi, i numeri dei ricoverati desteranno qualche preoccupazione in più. Ad oggi, volendo fare un mimo di proiezione, lunedì prossimo potremmo avere circa 24 mila pazienti ricoverati in area medica e circa 1900 pazienti in terapia intensiva. Questo ovviamente porterebbe i tassi di occupazione al 38% e al 20%, questo significa che gli ospedali iniziano ad essere in sofferenza”.
Il pericolo per i pazienti “non Covid” e le reinfezioni dei contagiati nelle precedenti ondate
I problemi di sovraccarico ha sottolineato “non riguardano solo i pazienti covid, ogni paziente covid che entra in ospedale fa sì che un paziente in meno di un’altra patologia venga assistito”.
“È verosimile che chi si è infettato con la Delta oggi si sta reinfettando con la Omicron. Oggi è difficilissimo dire il contrario”, ha aggiunto Cartabellotta. “Fino a metà dicembre le reinfezioni erano circa l’1% del totale dei casi notificati. Nelle ultime due settimane, anche se il dato è in fase di consolidamento, aumenta la percentuale delle reinfezioni che è salita al 2.4% nella settimana precedente e al 3.1% nell’ultima settimana”.