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Covid, per non vaccinati rischio 39 volte più alto di intensiva

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Covid, per non vaccinati rischio 39 volte più alto di intensiva

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sabato 22 Gennaio 2022

I non vaccinati contro Covid-19 hanno un rischio, se si infettano, 21 volte maggiore di finire in terapia intensiva rispetto a chi ha fatto due dosi vaccinali

I non vaccinati contro Covid-19 hanno un rischio, se si infettano, 21 volte maggiore di finire in terapia intensiva rispetto a chi ha fatto due dosi vaccinali.

Una possibilità che diventa 39 volte più alta rispetto a chi ha fatto anche il booster: 31,3 casi su centomila contro 0,8 casi. E’ uno dei dati che emerge dal report esteso dell’Istituto superiore di sanità sull’andamento dell’epidemia di Covid-19 in Italia.

Il tasso di ricoveri in terapia intensiva standardizzato per età relativo alla popolazione di età superiore 12 anni nel periodo dal 3 dicembre 2021 al 2 gennaio 2022 per i non vaccinati (31,3 ricoveri in terapia intensiva per 100.000 abitanti) risulta circa ventuno volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni (1,5 ricoveri in terapia intensiva per 100.000 ab.) e circa trentanove volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (0,8 ricoveri in terapia intensiva per 100.000 abitanti)”, si legge nel report.

Il booster

Per quanto riguarda l’ospedalizzazione per le persone sopra i 12 anni, il tasso, per i non vaccinati (248,5 ricoveri per 100.000 abitanti) risulta circa dieci volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni (25,3 ricoveri per 100.000 abitanti) e circa dodici volte più alto rispetto ai vaccinati con booster (20,8 ricoveri per 100.000 ab.), spiega l’Iss.

L’efficacia della vaccinazione anti Covid nel prevenire l’infezione da Sars-Cov-2 si riduce nel tempo in tutte le fasce di età. Con la dose di richiamo la protezione si attesta al 66,7%, mentre dopo 4 mesi dal completamento del ciclo vaccinale (seconda dose o vaccino J&J) si arriva al 34,7%. Una piccola riduzione si registra anche nella protezione dalla malattia grave passando dal 97,5% di chi ha fatto già il richiamo all’89% dopo 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale.

L’efficacia del vaccino, “come riduzione percentuale del rischio (rispetto ai non vaccinati), nel prevenire la diagnosi di infezione da Sars-Cov-2, è pari al 66% entro 90 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, 53% tra i 91 e 120 giorni, e 34,7% oltre 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale. Ed è pari al 66,7% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster”, si legge nel report.

Per quanto riguarda la prevenzione della malattia severa la percentuale è “pari a 95% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, 93% nei vaccinati con ciclo completo da 91 e 120 giorni, e 89% nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni. E’ invece pari al 97,5% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster”, indica il report.

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