Bene l’ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, sul via libera alle visite “ma oggi 8 Rsa su 10 resteranno chiuse, come ci stanno comunicando gli altri familiari“. Così il presidente del comitato Open RSA Now, Dario Francolino, che chiede che le strutture “facciano i tamponi ai familiari e garantiscano riaperture. No alibi – dice – per chi, potendo, non riapre. Tutte le Regioni e le Rsa applichino oggi stesso il provvedimento, altrimenti siano sanzionate”, e invoca l’intervento del ministero della Salute perché “vigili sull’applicazione effettiva della normativa”.
Francolino ricorda poi che “la carta verde Covid-19 non esiste. In Rsa si entra con tampone rapido negativo, entro 48 ore e mascherina Ffp2” e invia il primo pensiero “a chi non ce l’ha fatta. Ai tantissimi familiari i cui affetti sono morti soli in Rsa, senza poterli salutare un’ultima volta. Non li dimenticheremo mai e adesso ci si metta subito al lavoro”. Adesso infatti, afferma il presidente del comitato Orsan, “serve che immediatamente, oggi stesso, regioni e Rsa tolgano tutti i divieti veri o fasulli dietro ai quali si sono trincerate da febbraio ad oggi quando il 100% degli ospiti delle Rsa e delle Rds erano ormai vaccinati”.
“Purtroppo – aggiunge – fino a ieri mattina, Rsa e Regioni non credevano che l’ordinanza sarebbe arrivata entro il 9 maggio e non si erano organizzate. Orsan e gli altri comitati di familiari vigileranno attraverso sistemi regionali di monitoraggio e segnaleranno alle Forze dell’Ordine e alle Regioni le Rsa inadempienti”.
E sull’ordinanza: “È una vera e propria rivoluzione legislativa totale che ribalta la normativa applicata in senso peraltro restrittivo dai gestori delle Rsa e dalle Regioni. È migliorabile ma siamo soddisfatti. Non ci sono né vincitori, né vinti – dice Francolino ricordando che il protocollo lo hanno scritto i familiari e inviato alle Istituzioni – ha soltanto vinto la civiltà sulla barbarie ed è stato posto rimedio ad una clamorosa dimenticanza collettiva frutto di un corto circuito istituzionale ma anche di inerzia da parte di chi doveva, svolgere un ruolo attivo per ripristinare gli incontri in presenza e chiaramente non l’ha fatto”.

