Covid, Sant'Agata, la festa e l'importanza di vaccinarsi - QdS

Covid, Sant’Agata, la festa e l’importanza di vaccinarsi

redazione web

Covid, Sant’Agata, la festa e l’importanza di vaccinarsi

venerdì 05 Febbraio 2021

Per l'emergenza, strade deserte a Catania nel giorno del pontificale, a porte chiuse, dell'Arcivescovo. Il quale ha annunciato l'intenzione di farsi immunizzare e sottolineato la necessità di un vaccino contro le "pandemie morali"

A porte chiuse a causa dell’emergenza covid anche il solenne pontificale del cinque febbraio, dopo che ieri le celebrazioni in onore di Sant’Agata, ogni anno seguite da circa un milione e mezzo di persone, si sono limitate a riti “interni” alla Cattedrale di Catania, senza la presenza di fedeli.

E l’arcivescovo di Catania, monsignor Salvatore Gristina, nel messaggio alla città durante i Primi Vespri in onore della Patrona ha detto: “In questi giorni si sta procedendo alla vaccinazione contro la pandemia. Chiediamo alla Santa Patrona di far ottenere a tutti la possibilità di poterne usufruirne”.

“Di questo – ha aggiunto l’Arcivescovo – e anche di un altro vaccino, quello contro le pandemie morali che tanti danni procurano a chi non si lascia immunizzare”.

“E’ certamente importante farsi vaccinare – è stato il messaggio di monsignor Gristina -, allora facciamolo. Appena verrà il mio turno io lo farò”.

“Tutti – ha aggiunto mons. Gristina – abbiamo anche un urgente bisogno del vaccino contro l’individualismo e la chiusura verso gli altri. Amata nostra Sant’Agata liberaci dalla pandemia, che ci preoccupa e ci smarrisce, e dacci forza e resistenza contro i germi di divisioni, esclusioni, disprezzo e violenza verso gli altri che inquinano le nostre relazione e che ci impediscono di vivere nella fraternità”.

Ieri, durante le celebrazioni in Cattedrale accanto al busto reliquiario di Sant’Agata, l’Arcivescovo ha ricordato anche che “la festa del quattro febbraio, da quest’anno, coincide con la Giornata internazionale della fratellanza, proclamata dall’Onu,” e ha sottolineato che i catanesi devono “essere fieri di questo”.

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