Caos nelle scuole di Trapani, aprono alcuni istituti, studenti in sciopero - QdS

Caos nelle scuole di Trapani, aprono alcuni istituti, studenti in sciopero

Caos nelle scuole di Trapani, aprono alcuni istituti, studenti in sciopero

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giovedì 13 Gennaio 2022

Alcuni comuni del Trapanese hanno visto aprire i cancelli delle scuole. Protestano studenti e sindacati. Torna intanto l'ombra della Dad.

La decisione della task force della Regione Sicilia, arrivata ieri nel tardo pomeriggio, in merito alla riapertura delle scuole, ha gettato nel caos gli istituti scolastici della Provincia di Trapani.

Giorni fa, in seguito ad una comunicazione via mail da parte del Miur, diverse scuole hanno dovuto inviare al Ministero dell’Istruzione, ancora una volta all’ultimo secondo, il monitoraggio dei positivi tra gli studenti e il personale scolastico. Numeri però assolutamente parziali, visto che le scuole trapanesi continuano a ricevere notizie di positivi al Covid-19.

L’ordinanza del sindaco di Trapani, le regole

Il provvedimento della Regione di attenersi alle direttive del Governo nazionale, se da un canto è stato accolto dalla gran parte dei comuni dell’hinterland, dall’altro canto ha visto innalzare il muro dei “no” da parte di altri (pochi) enti comunali. Primo fra tutti dal Comune di Trapani.

Qui il sindaco Giacomo Tranchida, con apposita ordinanza, ha imposto la chiusura delle scuole ubicate nel territorio, fino al 21 gennaio prossimo, per cercare di recuperare ulteriori giorni possibili al fine di sistemare la delicata situazione dei contagi nel capoluogo di provincia, che nelle ultime ore ha superato i 2.300 attuali positivi. Stop anche ad eventi pubblici e concerti, con l’obbligo dell’uso della mascherina ffp2 nei luoghi di interesse storico-culturale.

Divieto di stazionamento entro 100 metri anche dai pubblici esercizi che somministrano bevande e cibo. A seguire solo in parte l’esempio di Trapani, il Comune di Partanna, così come Campobello e Paceco (non contrari però alla riapertura) che hanno deciso di fissare una santificazione degli edifici scolastici. Ad aprire le scuole sono stati i comuni di Alcamo, Buseto Palizzolo, Castellammare del Golfo, Calatafimi Segesta, Castelvetrano, Custonaci, Erice, Favignana, Gibellina, Mazara del Vallo, Marsala, Pantelleria, Petrosino, Poggioreale, Salaparuta, Salemi, San Vito Lo Capo, Santa Ninfa, Valderice, Vita.

Questi, hanno sottoscritto anche una nota congiunta, sottolinenando che nessun intervento sulla scuola è possibile secondo le norme vigenti” e che l’assessore regionale Lagalla ha imposto ai sindaci di adottare i provvedimenti di sospensione delle attività didattiche previo parere dell’Asp, limitando di fatto, l’azione dei primi cittadini trapanesi.

Il tentativo di evitare un nuovo caso “De Luca”

Insomma, si vuole evitare un nuovo caso “De Luca”, col rischio di vedersi sospesa una eventuale ordinanza al Tar. Ma c’è forte malcontento tra i dirigenti scolastici, i docenti e gli studenti che stamattina hanno in gran parte disertato.

In molte scuole della Provincia, diverse classi hanno presenziato con metà studenti alle Superiori, altre aule sono rimaste vuote, mentre nelle scuole primarie addirittura alcuni istituti hanno contato meno di 5 studenti. Non è solo la decisione tardiva della Regione a far tirare indietro gli studenti, ma anche la paura per l’ondata contagi – nonostante la Provincia di Trapani sia per numero di contagi dietro altri sette Liberi Consorzi di Comuni e Città Metropolitane – e soprattutto l’elevato numero di positivi che spuntano di giorno in giorno, di ora in ora. I presidi lamentano inoltre la difficoltà di comunicazione da parte dell’Azienda sanitaria locale, del numero di soggetti contagiati.

La posizione dei sindacati

Al malcontento si unisce la Perfetta Filippina Cocuzza e i sindacati, con la presa di posizione in primis di Flc Cgil Sicilia. “Tornare a scuola già oggi è un gravissimo errore”, ha affermato il segretario Adriano Rizza., anche perché se nei prossimi giorni la Sicilia dovesse diventare “zona arancione”, la popolazione scolastica dovrà tornare in DAD.

A sostenere “la tesi” anche la Rete degli Studenti Medi Sicilia che ha indetto unosciopero contro la gestione del rientro a scuola. Peraltro gli studenti denunciano l’assenza di uno screening di massa,strumento essenziale di valutazione della situazione epidemiologica nelle classi; la carenza di spazi, che non consente il distanziamento interpersonale in tutti i momenti della giornata; l’assenza programmatica di misure per il pendolarismo, che rischiano di provocare focolai a bordo dei mezzi.

Al momento l’unica soluzione per ovviare il problema pare sia il vaccino. A Marsala, ad esempio, l’Asp ha concordato con il sindaco Massimo Grillo di trasformare il Cine Teatro Impero in Hub vaccinale per studenti, fascia 5-17 anni. Ma è evidente che ciò serve per non pesare nei posti letto degli ospedali, non di certo per risolvere l’insicurezza del mondo della scuola in pandemia.

Peraltro, l’indecisione della Regione, non ha consentito di effettuare uno screening tamponi a tappeto sull’intera popolazione scolastica. Il tutto in una situazione, quella delle scuole del territorio, in cui i ragazzi studiano in classi-pollaio senza distanziamento, senza riscaldamenti o sistema di areazione, facendo lezione pure dentro gli spogliatoi, vicino alla palestra inagibile, come ancora adesso succede all’Istituto Agrario “Abele Damiani”. 

Claudia Marchetti

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