A certificare il peggioramento della situazione in tutto il paese sono i dati del monitoraggio settimanale e il Consiglio dei ministri, convocato nelle prossime ore, darà il via libera alla stretta
E alla fine la Sicilia rimarrà l’unica zona “gialla” almeno fino al 22 marzo in un’Italia colorata di rosso e di arancione, con l’altra grande isola, la Sardegna, addirittura in bianco.
La corsa del Covid non si arresta e di fatto, da lunedì, 30 milioni di persone saranno in lockdown
A certificare il nuovo peggioramento della situazione in tutto il paese sono i dati del monitoraggio settimanale e il Consiglio dei ministri, convocato nelle prossime ore, darà il via libera alle nuove misure per l’ulteriore stretta, necessaria alla luce della crescita dei contagi dovuta alle varianti diffuse ormai in tutto il paese e responsabili di oltre la metà
I dati ufficiali arriveranno solo dopo la riunione dellacabina di regia e la validazione da parte del Comitato tecnico scientifico, ma la tendenza è già chiarissima tanto che diversi presidenti di Regione hanno annunciato loro stessi il passaggio in zona rossa.
Prima però della firma del ministro della Salute Roberto Speranza sulle ordinanze che delineeranno la nuova mappa dei colori dell’Italia a partire da lunedì, il ministro per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini, lo stesso Speranza e il Cts incontreranno le Regioni assieme ai rappresentanti di Comuni illustrare le misure che dovrebbero essere approvate dal Cdm con un decreto legge, anche se in un primo momento si era ipotizzato obbligato però il governo a scegliere una strada più veloce.
Nel provvedimento entrerà il criterio in base al quale con un’incidenza settimanale di 250 casi ogni 100mila abitanti si entra automaticamente in zona rossa – bocciato a gennaio dai governatori ma sul quale c’è una sostanziale condivisione in tutto il governo – e la stretta per Pasqua come già è stato fatto a Natale, dunque tutta Italia in rosso dal venerdì santo al giorno di Pasquetta.
Discussione ancora aperta invece sulla possibilità di abbassare la soglia dell’Rt con il quale si entra in zona arancione (ora è all’1) e sul coprifuoco anticipato.
Quel che è già abbastanza chiaro a tutti, in ogni caso, è che i dati del monitoraggio combinati con le nuove misure proietteranno gran parte dell’Italia in zona rossa.
Speranza dovrebbe firmare le ordinanze dopo l’entrata in vigore del nuovo decreto legge e le misure scatteranno da lunedì: in zona rossa si andrà dunque con un Rt superiore a 1,25 nel valore inferiore o con un’incidenza di 250 casi ogni 100mila abitanti. Significa che a Basilicata, Campania e Molise, già rosse da una settimana, si aggiungeranno quasi sicuramente Piemonte (Rt a 1,41), Lombardia (Rt a 1,3), Emilia Romagna (incidenza oltre 400) , Friuli Venezia Giulia (Rt a 1,3) e Marche (incidenza sopra 250) e, con ogni probabilità, Lazio e Veneto, che hanno un Rt sopra 1,25 e uno scenario in netto peggioramento, Calabria, provincia di Trento e Bolzano, che hanno un’incidenza sopra i 300 casi.
Con dati al limite ci sarebbero invece Abruzzo e Toscana, che Liguria, Puglia e Valle d’Aosta. In queste sei regioni rimarranno aperti gli esercizi commerciali mentre si potrà prendere il caffè al bar e mangiare a pranzo al ristorante solo in Sicilia e in Sardegna: la prima è l’unica regione che rimarrà in zona gialla mentre la Sardegna per la seconda settimana consecutiva sarà in zona bianca, quella in cui sono previste la
Alle misure nazionali si affiancheranno poi quelle locali e saranno i presidenti di regione a dover adottare – come già fatto per la chiusura delle scuole – le ordinanze quando province o comuni superano la soglia di 250 casi ogni 100mila abitanti.