Disastro Sicilia, ospedali più saturi di 12 mesi fa, zone rosse inefficaci - QdS

Disastro Sicilia, ospedali più saturi di 12 mesi fa, zone rosse inefficaci

Disastro Sicilia, ospedali più saturi di 12 mesi fa, zone rosse inefficaci

martedì 06 Aprile 2021

Nonostante tutta l'esperienza acquisita e altro, la situazione in Sicilia è peggiore, e nemmeno di poco, rispetto ad un anno fa

L’imminente entrata di Palermo in zona rossa certifica la fallimentare strategia siciliana nella seconda/terza ondata di coronavirus.

Dopotutto, quando il tuo capoluogo è costretto ad alzare bandiera bianca e accogliere le misure più “restrittive” possibili, è segno che qualcosa è andato storto.

Nemmeno Milano, nella Lombardia che ha visto spesso il virus dilagare, è mai stata costretta a tanto.

OSPEDALI IN CRISI

La cosa paradossale è che, nonostante tutte le raccomandazioni e nonostante tutte le misure (anche se su questo ci sarebbe molto da discutere), nonostante tutta l’esperienza acquisita e altro, la situazione in Sicilia è peggiore, e nemmeno di poco, rispetto ad un anno fa. E non è questione (almeno non solo) di varianti più o meno contagiose.

Le file delle ambulanze al Covid Hospital di Partinico valgono più di mille parole. Si è tornati alla situazione, grave, di novembre.

I dati fotografano ancora meglio la situazione. Il 5 aprile del 2020 in Sicilia c’erano 556 pazienti in ospedale, 76 in terapia intensiva per un totale di 632. Ieri in ospedale ce n’erano 1025, 158 in intensiva (il doppio), 1183 totale. Dati, dunque, nettamente peggiori.

Ovviamente si prendono in esame i dati ospedalieri, perchè sarebbe inutile prendere come esempio i nuovi contagi, visto che i tamponi sono aumentati a dismisura (da fine febbraio al 5 aprile 2020 in Sicilia si erano fatti 21000 tamponi, quelli che si fanno ora in un giorno), dunque a dare il vero termometro dell’emergenza sono le corsie piene.

E’ un problema di tutto il Sud, che era stato almeno apparentemente risparmiato dalla prima ondata, ma questo diciamo non è consolante.

La Campania è passata da 717 ricoverati nel 2020 a 1758 di ieri, molto molto peggio la Puglia (costretta a mandare i pazienti fuori regione), da 733 a 2158. Due Regioni, comunque, non certo virtuose.

Che si poteva fare meglio lo insegna, ad esempio, la bistrattatissima Lombardia, che ha visto migliorare i suoi dati dal 2020 al 2021: da 13326 a 7400 ricoverati, praticamente la metà, con il numero dei morti anche questo dimezzato.

LA ZONA ROSSA

Dunque, Palermo in zona rossa, e secondo i dati non ci sarebbe nemmeno bisogno dell’ordinanza di Musumeci, visto che per le tabelle aggiornate il capoluogo ha già abbondantemente superato i casi limite di 250 attuali positivi per centomila abitanti.

Ma servirà a qualcosa la zona rossa? In Sicilia ce ne sono 35 e molte sembrano non funzionare più. Si ha la sensazione, semplicemente, che i buoi sono scappati.

A Sciacca fino a pochi giorni i contagi erano addirittura aumentati, idem a Caltanissetta (dove il sindaco ha chiesto aiuto), a Ribera si fanno manifestazioni in Paese con tanto di banda, a Partinico e Borgetto la situazione sembra stabile o comunque non in miglioramento.

La paura del virus, vero ed efficacissimo deterrente del lockdown, semplicemente non c’è più. E la zona rossa non è il lockdown, visto che ci sono troppe deroghe e i controlli, francamente, sono deboli.

LA REGIONE IN DIFFICOLTA’

In tutto questo, la Regione di fatto ha, in una pandemia, il suo assessorato alla Sanità quasi sguarnito. C’è un solo dirigente di un certo peso, Mario La Rocca, che fino a qualche settimana fa era praticamente esautorato.

L’ex assessore Razza si è dimesso dopo lo scandalo dei numeri e delle intercettazione, tre dirigenti sono ai domiciliari. Musumeci ha preso l’interim ma il Governatore deve pensare anche ad altro, in questo momento.

Le vaccinazioni, che erano partite bene, ora sembrano rallentare (come del resto d’Italia, va detto), e fino ad ora solo il 5% del siciliani è stato immunizzato.

E tra l’altro, a proposito di vaccini, nessuna regione ha segnalato tanti casi avversi e mortali da AstraZeneca come la Sicilia, dove la fiducia è al minimo.

Un quadro veramente a tinte fosche a più di un anno dallo scoppio della pandemia. Dove la Sicilia ha fatto passi indietro, e non in avanti, come ci si sarebbe aspettato.

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