Covid, smart working, s'impenna il rischio di ictus e infarto - QdS

Covid, smart working, s’impenna il rischio di ictus e infarto

Covid, smart working, s’impenna il rischio di ictus e infarto

martedì 18 Maggio 2021

Oms e Ilo hanno messo in guardia chi lavora per oltre 55 ore alla settimana. Scendere a 35-40 ore e vietare gli straordinari. Gli uomini (72%) più colpiti dal fenomeno rispetto alle donne

Lavorare più di 55 ore a settimana aumenta il rischio di morte per malattie cardiache e ictus. Tanto che solo in un anno, sono stati 745.000 decessi per questo motivo, con un aumento del 29% rispetto al 2000.

E la pandemia Covid-19, con lo smart working da casa, sta rafforzando in modo preoccupante la tendenza a lavorare troppe ore.

A quantificare il danno è uno studio dell’Organizzazione mondiale della sanità e dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), pubblicato sulla rivista Environment International.

Uno studio del National Bureau of Economic Research ha mostrato, inoltre, che il numero di ore di lavoro è aumentato di circa il 10% durante i lockdown e che il telelavoro rende più difficile disconnettere i lavoratori.

Inoltre la pandemia ha aumentato la precarietà, che, in tempi di crisi, tende a spingere chi ha mantenuto il proprio a lavorare di più.

Covid e morti da lavoro

“La pandemia Covid19 ha cambiato in modo significativo il modo in cui molte persone lavorano”, ha affermato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms.

“Il telelavoro – prosegue – è diventato la norma in molti settori, spesso offuscando i confini tra casa e lavoro. Inoltre, molte aziende sono state costrette a ridimensionare il personale per risparmiare denaro e le persone che sono ancora sul libro paga finiscono per lavorare più a lungo”.

Vietare gli straordinari

Per ridurre questi rischi, concludono Oms e Ilo, i governi possono introdurre leggi e politiche che vietano lo straordinario obbligatorio e garantiscono limiti massimi all’orario di lavoro.

I risultati mostrano infatti che lavorare 55 ore o più a settimana è associato a un aumento del 35% del rischio di ictus e del 17% del rischio di morte per cardiopatia ischemica rispetto al lavorare per le normali 35-40 ore settimanali.

Più colpiti gli uomini

Questo carico di malattie legate al lavoro è particolarmente significativo negli uomini (il 72% dei decessi si è verificato tra i maschi).

La maggior parte dei decessi ha riguardato persone morte tra 60 e 79 anni, che avevano lavorato per 55 ore o più a settimana quando avevano tra 45 e 74 anni.

Le cause nello stress

Lavorare a lungo attiva continuamente gli ormoni di risposta allo stress e ciò innesca reazioni nel sistema cardiovascolare, portando a ipertensione e arteriosclerosi. Il secondo sono le risposte comportamentali allo stress, che includono un maggior uso di tabacco, alcol, dieta malsana e inattività fisica, tutti fattori di rischio stabiliti per la cardiopatia ischemica e l’ictus.

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