A puntate, sui social, un nuovo, interessante lavoro del filmmaker Davide Cameli, che narra storie siciliane di resilienza e speranza. La prima è quella di Tommaso, ristoratore che non si è arreso
“Sogno positivo” si intitola è il nuovo progetto del filmmaker di Enna, Davide Cameli, che ha deciso di narrare, con i suoi video presentati a puntate sui social, le storie di chi ha saputo reagire con positività alla pandemia.
Ha dunque intervistato una serie di persone appartenti alle categorie che più di tutte hanno pagato un prezzo alto, molti anche in termini economici, alla pandemia.
C’è Tommaso, che fa il ristoratore, ci sono Manuela e Mariangela entrambe insegnanti, c’è Nicola che fa il musicista.
Ciascuno di loro ha saputo reagire con il sorriso alla pesantezza del momento.
La prima puntata, trasmesso attraverso youtube, è dedicata proprio a Tommaso, che durante il lockdown dello scorso anno ha dato appuntamento su Facebook ogni sera per fischiettare un motivetto e quest’anno, con il flauto dolce, suona improponibili cover.
E su Fb ha creato il tormentone “Ora ti vinni sta cosa di curriri?”, rivolto a tutti coloro che durante il lockdown si sono reinventati una carriera podistica.
“Lo scorso anno , appena ci hanno chiuso, abbiamo lanciato un’altra sfida per invitare a stare a casa – ha spiegato Davide Cameli – ‘Se esci, ti schifiu’, uno slogan divertente per invitare tutti a rispettare le regole”.
L’idea era quella “di farsi un selfie con la faccia indignata e mostrare, ovviamente in chiave scherzosa, lo schifio a chi, contravvenendo alle regole nonostante il lockdown, usciva comunque”.
“Non so se è servito – racconta Davide -, ma mi piace pensare che
#SeEsciTiSchifio abbia fatto capire un po’ a tutti quanto le regole se ci sono è giusto che vadano rispettate. Comunque, da questa iniziativa social, nata così per scherzo, sono venuti fuori una serie di interviste su quotidiani e diversi giornali on line”.
“Un anno fa – ha aggiunto – sbagliandoci pesantemente, pensavamo che una pandemia potesse durare quattro o cinque mesi al massimo. Non avevamo conteggiato l’egoismo delle persone. Perché il fatto di poter diventare vettori di virus e contagiare chi, magari a questo virus ci crede e ne ha paura, è semplicemente puro egoismo. Ed è uno dei motivi per il quale non intervengo più su Facebook su questo tema”.
“Da social media strategist – ha sottolineato Daniele – ho notato che la pandemia è stata affrontata o lamentandosi o rimboccandosi le maniche. Così ho deciso di raccontare la loro esperienza di coloro i quali, nonostante le chiusure, nonostante le difficoltà, hanno preferito resistere. Come un pizzaiolo, che nonostante fosse gravemente malato, in pieno lockdown, ha deciso di acquistare un nuovo furgone per poter implementare il servizio a domicilio”.
“È da queste persone – ha concluso – che vorrei si ripartisse, da quelle persone per il quale le crisi è tale solo se non trovano una soluzione”.