"Sciacalli e iene accerchiano il mio governo" ha detto, riferendosi a Pd e M5s che ne hanno chiesto le dimissioni. Micciché, "Fa di tutto per non farsi ricandidare". La Cgil chiede un commissario
“Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra”.
Nella Sicilia dell’emergenza Covid, tra le tensioni per l’intera provincia di Palermo in zona rossa e la possibilità ventilata ieri in una conferenza stampa a Catania del governatore Nello Musumeci di chiudere l’intera regione, non poteva non riemergere la frase che Giuseppe Tomasi di Lampedusa scrisse nel “Gattopardo”.
E il richiamo è venuto proprio dal Presidente durante l’incontro con i giornalisti nella sede catanese della Regione siciliana: “tanti sciacalli e iene accerchiano il mio governo” ha detto, riferendosi alla richiesta di dimissioni – c’è anche una raccolta di firme on line – di Pd e M5s. Musumeci ha parlato di “ignobile campagna di denigrazione messa in piedi dall’opposizione alla ricerca di credibilità perduta” dopo l’inchiesta di Trapani, ora in mano alla Procura di Palermo, che ha portato all’arresto di una dirigente regionale e di due funzionari e alle dimissioni dell’assessore alla Salute Ruggero Razza.
“Le iene e gli sciacalli – ha concluso – sono il riferimento più logico e più pertinente di chi pensa di poter conquistare consenso elettorale brindando sulla disgrazie della comunità alla quale appartiene”.
Tutta la Sicilia rischia la zona rossa
E la disgrazia sarebbe di ritrovarsi l’intera Regione in zona rossa.
“Quel che mi impensierisce – ha detto infatti Musumeci – è la Sicilia, perché il dato che abbiamo registrato in provincia di Palermo ci fa preoccupare anche per il resto dell’Isola. Abbiamo un Rt di oltre 1,22 e il tetto massimo è 1,25. E’ facile pensare che se la situazione nel Palermitano dovesse ritrovarsi in almeno due, tre province della Sicilia, noi saremo costretti a chiudere”.
Dipasquale, promossi da pidocchi a iene
“Siamo cresciuti – ha ironizzato il deputato regionale del Pd, Nello Dipasquale -, prima eravamo pidocchi e i palazzi dovevano occuparsi di noi, adesso che i palazzi si stanno occupando di loro siamo stati promossi a sciacalli e iene. Per non dimenticare quando che quando veniva attaccato per la nomina di Samonà come assessore disse che chi chi lo additava aveva qualche disturbo. Forse gli è mancata in questi anni un poco di umiltà, a discapito di una arroganza che un presidente della Regione non può avere”.
Micciché e la ricandidatura di Musumeci
Ma, nella conferenza stampa di ieri, il Governatore non solo ha attaccato l’opposizione, ma anche “altre forze politiche”.
Il riferimento era probabilmente al presidente dell’Ars Gianfranco Micciché che ha chiesto la convocazione della Commissione sanità sulla dichiarazione di zona rossa nella città metropolitana di Palermo.
Anche all’interno della maggioranza, insomma, la situazione non sembra tranquilla: in un’intervista rilasciata oggi al quotidiano La Sicilia, Micciché ha definito “assurdo” il discorso di Musumeci davanti all’Ars durante il dibattito sui dati Covid: “non può permettrsi quel riferimento allo sbiancamento anale del suo predecessore”.
Il presidente dell’Ars ha inoltre definito “una follia” la denuncia presentata da un dirigente regionale nei confronti di un deputato “colpevole” di aver presentato un’interrogazione parlamentare.
Per concludere, parlando di un eventuale secondo mandato di Musumeci, che “di meglio non c’è, ma sta facendo di tutto per non farsi ricandidare”.
Le domande del Governatore sull’inchiesta
Il Governatore, intanto, continua a battagliare come un leone – o se preferite un gattopardo – ponendosi anche alcune domande sull’inchiesta giudiziaria sui dati Covid.
“Perché nascondervi – ha detto – che abbiamo subito un duro colpo in piena pandemia, nel momento in cui la struttura viene privata del suo conducente e dei collaboratori. Veramente era necessario tutto questo o si poteva avviare l’indagine senza bisogno di determinare la crisi della macchina chiamata a combattere ora dopo ora minuto dopo minuto la pandemia in Sicilia?”.
“Sono domande – ha puntualizzato – che mi pongo senza alcuno spirito polemico o critico, ma ho il dovere di rispondere ai miei nipotini che mi chiedono perché. Il perché lo stabilirà la magistratura. Ma perché così?”.
Lupo, da Musumeci dichiarazioni isteriche
Per Giuseppe Lupo, capogruppo dem all’Ars, “Quelle di Musumeci sono dichiarazioni isteriche: invece di spiegare ai siciliani come sia stato possibile che abbiano sbagliato perfino a contare i deceduti Covid, si scaglia contro l’opposizione con espressioni offensive e volgari, che denotano la sua storia politica”.
“Non avendo argomenti o, peggio, non volendo spiegare la verità delle cose – ha aggiunto – , offende i deputati del Pd e tenta di nascondere le sue responsabilità alzando il polverone della polemica. Pretenderemo nelle sedi istituzionali carte e documenti per accertare le responsabilità della disastrosa gestione dell’emergenza Covid in Sicilia, ormai sotto gli occhi di tutta l’Italia”.
La Cgil, Draghi invii un commissario
E intanto la Cgil regionale è tornata a chiedere un commissario per la Sanità siciliana.
“Siamo nelle mani di nessuno – ha affermato il segretario regionale, Alfio Mannino – e la Sicilia da sola non può farcela: regnano la confusione, l’approssimazione e la mala gestione da parte di una classe politica e amministrativa che ogni giorno conferma la sua inadeguatezza”.
“Il caos e le scorrettezze sui dati – ha aggiunto – fino ai 258 morti non conteggiati e gli enormi ritardi sulle vaccinazioni delle fasce più vulnerabili della popolazione, rendono ancora più inaccettabili gli enormi disagi e le difficoltà che le chiusure creeranno in tantissime persone”.
Mannino ha concluso sottolineando “la rabbia e la crescente sfiducia tra la gente, che rischiano di rendere ancora più difficile il percorso per il superamento dell’epidemia e per la ripresa”.