Vaccinazioni anti Covid-19 per i minorenni in partenza a ottobre 2021. Ma da quando l’idea di Sergio Abrignani – immunologo della Statale di Milano e componente del Cts – ha raggiunto i media, il dibattito sull’opportunità di tale decisione continua a far discutere, anche in virtù dell’ambita meta in tema di salute pubblica: l’immunità di gregge.
Per inquadrare meglio la situazione con un esperto in materia, usufruendo di preziosi consigli per minori e familiari, abbiamo sentito il parere di Antonina Franco, dirigente medico e membro SIMIT, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali.
Dottoressa Franco, quali sono secondo lei i vaccini più promettenti e quali, invece, quelli più a rischio?
“Non esistono vaccini più o meno promettenti o con più fattori di rischio, ma tutti i vaccini possono provocare una reazione infiammatoria locale (rossore, gonfiore, dolore nel punto di inoculo) oppure generale (febbre, cefalea, artromialgie) transitoria, cioè della durata di 1-2 giorni. Ciò dipende dalla reazione del sistema immunitario, dallo stato di salute del paziente e dall’età. In proposito mi sembra più appropriato parlare delle persone a cui è controindicata la vaccinazione anti Covid, in particolare le donne gravide, le persone allergiche al vaccino o a uno dei suoi componenti. In questo ultimo caso, per esempio, le persone che soffrono di allergia possono presentare l’anafilassi come effetto collaterale a qualsiasi vaccino.
Mi vorrei concentrare però sul vaccino in gravidanza: infatti si è visto che la proteina Sincitina 1, che ha un ruolo essenziale nella formazione della placenta, presenta molte analogie con la proteina Spike della Sars-cov-2 , quindi la vaccinazione durante la gravidanza può indurre la formazione di anticorpi contro questa proteina e potrebbe determinare una forma di infertilità, anche se la sequenza comune tra la proteina Spike e la Sincitina 1 è brevissima perché il sistema immunitario la confonda in modo significativo. In ogni caso conviene far trascorrere almeno tre mesi dopo la vaccinazione prima di pensare a una gravidanza e non praticare vaccino durante la dolce attesa”.
Alla luce di quanto prima detto, cosa pensa dell’estensione dei vaccini ai minori? Come rassicurare i genitori?
“Già il sottosegretario alla Salute Andrea Costa si dice favorevole a vaccinare i giovani dai 12 ai 15 anni entro fine giugno 2021, in modo da creare una situazione di sicurezza nelle scuole: per partire si aspetta il parere da parte dell’EMA, ma sono fiduciosa. Da parte sua, il segretario nazionale della Società Italiana di Pediatria informa che al momento non esistono studi clinici sulla popolazione sotto i 16 anni, perché non considerata categoria a rischio. Anche se l’impatto del virus è inferiore sui bambini rispetto agli adulti, non bisogna, a mio avviso, abbassare la guardia o negare che esistano dei casi gravi anche tra i piccoli.
Parlando di sperimentazioni, Pfizer e Moderna stanno sperimentando i relativi vaccini sui bambini e ragazzi da 12 a 15 anni e, se si avranno delle buone risposte, si procederà con la sperimentazione sulla fascia 6-12, e, in seguito, 2 -6 anni, entro la fine del 2021, secondo quanto sostiene la segretaria nazionale della Società Italiana di Pediatria, la dottoressa Bozzola.
Per i bambini sotto i due anni, invece, ci vorrà più tempo per studiare il vaccino, anche perché sotto i due anni la risposta immunitaria può essere deficitaria e incompleta. Intanto Moderna ha iniziato i suoi trial sui bambini di età compresa fra sei mesi e 11 anni, con l’obiettivo di trovare il dosaggio più basso che inneschi la giusta produzione di anticorpi anti Sars-Cov-2. Attendiamo gli sviluppi e rassicuriamo i genitori, affinché continuino a mantenere la scelta di vaccinare i piccoli, così come si fa per i vaccini obbligatori. Tengo a sottolineare che le malattie infettive altamente contagiose sono state debellate, storicamente, solo con la vaccinazione”.
Vaccini per tutti: quando si raggiungerà l’immunità di gregge in Italia, secondo lei?
“Premetto che la popolazione è immune nei confronti della Sars-cov-2 in seguito a vaccinazione o a sviluppo di anticorpi dopo avvenuta infezione, quindi l’immunità di gregge si può raggiungere solo se l’infezione colpisce tutta la popolazione oppure se viene vaccinata per il suo 70%. Ma anche questo è poco certo, perché non si conosce il tempo di durata dell’immunità ottenuta con il vaccino o con l’infezione stessa. Potrebbe trattarsi di sei o otto mesi, non possiamo saperlo al momento.
A mio avviso, quindi, per raggiungere l’immunità di gregge tutti dovrebbero essere vaccinati, compresi gli adolescenti, nel più breve tempo possibile, prima dello scadere dell’immunità vaccinale. Posso aggiungere, in ultimo, che, pur essendo celeri, resta sempre la fetta dei giovanissimi e dei bambini che può fungere da serbatoio del virus e fare ripartire l’infezione. Ecco perché il vaccino dovrebbe coprire il 90% della popolazione per potere raggiungere in sicurezza l’immunità di gregge. Sulla data di raggiungimento dell’immunità, non sento di pronunciarmi, piuttosto di stimolare alla vaccinazione di massa nell’ottica di un vaccino che copra il 90% della popolazione”.
Angela Ganci