L'opinione del direttore di Malattie infettive al Garibaldi di Catania e membro del Cts siciliano sull'efficacia dei vaccini contro il Covid.
Per un quadro più chiaro sulle implicazioni scientifiche di quanto emerso dalle parole di Janine Small, il Quotidiano di Sicilia ha rivolto alcune domande a Bruno Cacopardo, direttore di Malattie infettive al Garibaldi di Catania e membro del Cts siciliano.
Professore, come commenta le dichiarazioni rese in Parlamento europeo sui mancati test di trasmissibilità prima dell’introduzione del vaccino Pfizer sul mercato?
“Analizzando gli studi registrativi era una cosa nota, per quanto singolare. Questi studi, infatti, contemplavano l’effetto protettivo-clinico della vaccinazione ma non quello epidemiologico, cioè quello legato alla trasmissibilità e alla circolazione del virus nei soggetti vaccinati. Quindi, ripeto, è un elemento noto, ma che non lascia indifferenti perché noi chiediamo al vaccino una doppia protezione e perché la storia della vaccinazione si basa su vaccini che impediscono la circolazione del virus”.
“Quelli contro il Covid non hanno impattato sull’infezione, la trasmissione e la circolazione del virus. I soggetti vaccinati, infatti, si infettano e infettano ugualmente. Questi vaccini, tuttavia, hanno impedito che i contagiati, per quanto fragili, sviluppassero una malattia grave”.
Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute, si è chiesto se – visto il triste primato dell’Italia in quanto a numero di contagiati e di decessi da Covid – senza i vaccini sarebbe cambiato qualcosa. Qual è il suo parere su queste dichiarazioni?
“Credo che questa domanda avrebbe fatto meglio a non porsela. È evidente, infatti, che il vaccino ha avuto un duplice effetto. Uno è stato quello di ridurre drasticamente la mortalità di una malattia che, in quel momento storico, era estremamente letale. Quel Covid lì colpiva gravemente gli immunocompromessi o chi era in condizioni cliniche borderline come gli obesi”.
“L’effetto clinico è stato indubitabile, un effetto che nessuna terapia avrebbe ottenuto in quel momento, perché non avevamo a disposizione armi importanti e documentate nella loro efficacia. Il secondo risultato è stato quello di aver esercitato un effetto immunologico, che si chiama pressione selettiva, sul virus. Cioè, lo ha indotto a effettuare quelle mutazioni, sotto pressione immunologica e anticorpale, che lo hanno reso meno virulento. Se attualmente circola un virus meno virulento lo si deve anche alla vaccinazione. Quindi non mi sento di accettare le parole del sottosegretario”.