Covid, vaccini, Mario Draghi "Dare priorità alle prime dosi" - QdS

Covid, vaccini, Mario Draghi “Dare priorità alle prime dosi”

Covid, vaccini, Mario Draghi “Dare priorità alle prime dosi”

venerdì 26 Febbraio 2021

Il Premier spinge sulle somministrazioni. In Italia già centomila vaccinazioni al giorno e il Commissario per l'Emergenza, Arcuri, parla di "confortante incremento". E Speranza, "possiamo ancora accelerare"

“Dare la priorità alle prime dosi” per accelerare e imprimere definitivamente una svolta al Piano vaccini.

Il premier Mario Draghi indica la strada per un cambiamento di strategia che porti a uscire presto dall’emergenza Covid in Italia: l’obiettivo è di inoculare il siero al numero più alto di persone il prima possibile attraverso una prima dose, ritardando la somministrazione della seconda.

La proposta, modellata sull’esperienza della Gran Bretagna, è arrivata durante il vertice europeo a cui il Presidente del Consiglio partecipa. E la sua osservazione, che arriva “alla luce della recente letteratura scientifica”, potrebbe presto essere tradotta positivamente dall’Agenzia italiana del farmaco.

A fare da sponda al Premier è stato lo stesso ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha già avanzato all’Aifa la richiesta sulla possibilità di una sola somministrazione a chi ha contratto il virus: “a seguito del parere che ci aspettiamo a breve verrà diramata una circolare” ha detto.

Il nuovo corso indicato velocizzerebbe la macchina delle inoculazioni in Italia, che intanto ha raggiunto il ritmo di centomila vaccinazioni al giorno: un trend in netto aumento fin da lunedì scorso, che registra un +20% rispetto alla scorsa settimana.

Il “confortante incremento” è annunciato dallo stesso Commissario per l’Emergenza, Domenico Arcuri, dopo il raggiungimento della quota di 102.433 somministrazioni.

E la campagna, secondo Speranza “può ancora accelerare”.

Ora c’è attesa per il turno dei settantenni, finora non ancora immunizzati, aspettando che il Piano possa procedere anche per le altre categorie, mentre a Napoli la Asl ha sospeso le nuove vaccinazioni per gli over 80 perché la disponibilità delle fiale Pfizer “è al limite” e ripartirà solo il tre marzo, con le nuove scorte.

In attesa di nuove disposizioni e dell’arrivo di nuove dosi, anche in vista dell’approvazione di sieri di altre case farmaceutiche come la Johnson & Johnson, si traccia già un primo bilancio delle fasce d’età più vaccinate.

Pfizer e Moderna restano riservati al momento solo a operatori sanitari, ospiti di Rsa e over 80 e gli ultraottantenni sono quelli che finora hanno ricevuto più dosi (18% rispetto ad altre fasce di età). Con l’utilizzo di AstraZeneca per i prof, forze dell’ordine e altre categorie, anche gli adulti più giovani entrano nelle statistiche a doppia cifra: il 22% dei vaccinati ha tra i 50 e i 59 anni (il 13% tra i 60 e 69 anni, il 18% tra i 40 e 49) mentre le persone tra i 70 e i 79 anni rappresentano soltanto il 3% della popolazione vaccinabile che ha ricevuto la dose. Finora sono stati distribuiti in Italia 5.198.860 dosi: 3.905.460 da Pfizer, 1.048.800 da AstraZeneca e 244.600 da Moderna.

Ma restano significative differenze nella campagna vaccinale a seconda dei territori. Lombardia (con il primato del maggior numero di persone che hanno ricevuto anche la seconda dose: 237mila), Lazio, Emilia Romagna, Campania, Piemonte, Veneto e Toscana sono tra quelle che hanno somministrato di più.

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