Covid, la variante Delta potrebbe esplodere ad agosto, ecco perché - QdS

Covid, la variante Delta potrebbe esplodere ad agosto, ecco perché

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Covid, la variante Delta potrebbe esplodere ad agosto, ecco perché

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giovedì 17 Giugno 2021

La previsione del fisico Parisi: "la variante Delta è arrivata al 6%, con un tempo di raddoppio di 18-20 giorni rispetto alle altre varianti. E arriva quasi a quadruplicarsi in un mese"

La variante Delta potrebbe diventare dominante in Italia a fine agosto: è la stima del fisico Giorgio Parisi che, in mancanza di dati certi da parte del nostro Paese, si basa sui dati di un Paese dall’organizzazione confrontabile a quella italiana, la Germania.

In Italia si fanno poche sequenze” e “non ci sono attualmente elementi che permettano, per esempio, di capire che cosa è successo nell’ultimo mese”, dice all’ANSA Parisi, dell’Università Sapienza e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).

“La Germania fa un po’ più
di sequenze rispetto a noi e pubblica i suoi dati una volta a settimana” e
i più recenti indicano che “la variante Delta è arrivata al 6%, con un
tempo di raddoppio di 18-20 giorni rispetto alle altre varianti. Vale a dire –
osserva Parisi – che arriva quasi a raddoppiare in due settimane e quasi a
quadruplicarsi in un mese”.

Alla luce di questi dati e considerando che “l’organizzazione tedesca è simile alla nostra, è ragionevole pensare che la variante Delta stia quadruplicando anche da noi, ma sarebbe meglio saperlo piuttosto che dedurlo da dati di altri Paesi”.

Vale a dire che, alla luce dei dati dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) che davano una circolazione della variante Delta dell’1% in maggio, “con un aumento di quattro volte in un mese potremmo aspettarci che in Italia diventi dominante per fine agosto”.

In Gran Bretagna, dove è ormai dominante, “la variante Delta raddoppia ogni 15-20 giorni“, ma dati incoraggianti arrivano da una recente ricerca sui ricoveri nel Paese: “sembrerebbe che i vaccini siano efficaci in quanto i dati indicano un livello alto di protezione.

Tuttavia – rileva Parisi – si tratta di capire se i vaccini proteggano solo dalla malattia o anche dall’infezione asintomatica. In quest’ultimo caso la circolazione del virus aumenterebbe”.

Alla luce di questa situazione, secondo Parisi “si dovrebbe cominciare a riflettere su una campagna d’autunno con richiami contro tutte le varianti“.

E’ infine chiaro che “è sempre più urgente vaccinare il resto del mondo perché le varianti si sviluppano dove il virus circola tantissimo”.

Per fare questo è necessario “togliere il blocco dell’export sui vaccini e che i Paesi più ricchi tirino fuori un assegno da 20 miliardi perché ci siano le dosi per vaccinare il resto del mondo

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