Dossier Donna dell’Inail: +45,2% negli ultimi tre mesi dell’anno. Percentuale infortuni: in Sicilia incidenza del 47,2% per le donne (2.039)
PALERMO – Donne protagoniste, terza puntata dedicata dell’universo femminile.
L’approfondimento di oggi è dedicato alla seconda ondata della pandemia ha avuto un impatto più intenso della prima anche in ambito lavorativo.
Lo rileva il 13esimo report nazionale elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Inail, pubblicato lo scorso febbraio insieme alla versione aggiornata delle schede di approfondimento regionali.
Il quadrimestre ottobre 2020-gennaio 2021, con oltre 92mila contagi, incide infatti per il 62,3% sul totale delle infezioni di origine professionale denunciate dall’inizio della pandemia, rispetto agli oltre 50mila casi registrati nel trimestre marzo-maggio 2020, pari al 34,2%.
Il QdS ha approfondito la situazione nella nostra Isola, da cui è emerso che la distribuzione dei contagi per genere evidenzia che la quota maschile è superiore a quella femminile, in controtendenza rispetto al dato medio nazionale. Infatti sul Dossier Donna, elaborato dall’Inail e reso noto in occasione dello scorso 8 marzo, dai primi dati, ancora provvisori, sulle denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail nel corso del 2020 e pubblicati alla fine di gennaio 2021 nella sezione Open data del portale dell’Istituto, emerge una flessione del -13,6 per cento su base annua è legata esclusivamente alla componente maschile, che registra un calo del 22,1% (da 411.773 a 320.609 denunce), mentre quella femminile presenta un +1,7per cento (da 229.865 a 233.731).
Per i lavoratori il calo si è registrato in tutti i mesi, mentre per le lavoratrici i primi incrementi si erano già registrati a marzo (+23,8%) e ad aprile (+2,4%), amplificandosi negli ultimi tre mesi dell’anno (+45,2%).
Le denunce di infortunio con esito mortale, invece, sono state nel complesso 181 in più (+16,6%), dalle 1.089 del 2019 alle 1.270 del 2020.
L’incremento è influenzato soprattutto dai decessi avvenuti e protocollati al 31 dicembre 2020 a causa dell’infezione da Covid-19 in ambito lavorativo, che rappresentano circa un terzo dei decessi denunciati all’Inail da inizio pandemia. L’incremento rilevato nel confronto tra il 2020 e il 2019 è legato soprattutto alla componente maschile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 995 a 1.132 (+137 decessi), mentre quella femminile ha fatto registrare 44 casi in più, da 94 a 138.
Analizzando nel dettaglio la scheda relativa alla Sicilia e riguardante le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 pervenute all’Inail (periodo di accadimento gennaio 2020-31 gennaio 2021), fanno registrare in Sicilia 4.320 denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19, rispetto alle 147.875 sul territorio nazionale, dunque il 2,9 per cento e di cui 18 con esito mortale, dunque una percentuale del 3,9 per cento sui 461 registrati in totale in Italia.
La percentuale degli infortuni registrati in Sicilia conta un’incidenza del 47,2 per cento per le donne (2.039) e del 52,8 (2.281) per cento per gli uomini. Gli infortuni si concentrano con una incidenza maggiore nella fascia d’età compresa tra i 50 e i 64 anni, con 2.065 infortuni (47,8 per cento), di cui il 22,5 per cento donne, il 25,3 per cento uomini. La provincia maggiormente colpita dal fenomeno è il capoluogo con 1.289 infortuni (29,8 per cento), seguito da Catania con 900 infortuni (20,8 per cento). In totale l’Isola nel periodo analizzato ha registrato 4.320 infortuni (3,2 per cento) Il mese più critico per le denunce si conferma novembre 2020, concentrando quasi 1/3 (31,6%) dei 4.320 casi pervenuti dall’inizio dell’epidemia, seguito da ottobre, dicembre e gennaio 2021.
Ed ancora, rispetto alla data di rilevazione del 31 dicembre 2020, le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 sono aumentate di 819 casi (+23,4%), di cui 569 avvenuti a gennaio 2021, 182 a dicembre scorso, i restanti riconducibili a mesi precedenti. Il rilevante aumento (superiore a quello nazionale pari al +12,8%) ha riguardato tutte le province ma più intensamente, in termini relativi, quella di Siracusa. Il 77, 8 per cento dei casi codificati ha interessato le professioni afferenti alla sanità e all’assistenza sociale, con il 39,6 per certo di casi codificati nell’ambito della sfera dei tecnici della salute (‘89,4 per cento sono infermieri, il 2,4 per cento fisioterapisti e il 2,3 per cento tecnici sanitari di radiologia), il 13,5 per cento degli infortuni sono stati registrati tra i medici.