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Crateri Silvestri, il sindaco di Belpasso: “Ticket in cambio di servizi o esproprio”

Crateri Silvestri, il sindaco di Belpasso: “Ticket in cambio di servizi o esproprio”
Etna, crateri Silvestri

Sulla querelle che interessa il sito interviene Carlo Caputo, ex presidente del Parco dell’Etna: “Va mantenuto un accesso gratuito. Un’altra strada far riconoscere l’uso pubblico dell’area”

BELPASSO – Autorizzare il biglietto d’accesso solo ad alcune, stringenti, condizioni: espropriare l’area o procedere al suo riconoscimento come di uso pubblico. Sono le tre soluzioni avanzate dall’ex presidente del parco dell’Etna e sindaco di Belpasso, Carlo Caputo, per tentare di risolvere “l’affaire Crateri Silvestri”, sito naturalistico nel versante meridionale dell’Etna per il quale la proprietà dell’area, la società Russo Morosoli, ha imposto da qualche settimane un ticket d’ingresso. “Dati – sostiene in una nota in cui rivendica la proprietà privata – gli innumerevoli episodi di abbandono dei rifiuti, la nascita incontrollata di micro discariche, lo spostamento ingenuo di rocce per disegnare scritte e cuori”.

Ticket sui Crateri Silvestri, tante le contestazioni

Una scelta contestata da tanti, a partire dal comune di Nicolosi, nel cui territorio ricadono i Silvestri, che ha affrontato la questione in consiglio comunale che ha impegnato l’amministrazione a verificare gli atti e garantire, in ogni caso, la pubblica fruizione. Passando dalle associazioni naturalistiche che hanno preso una posizione, dando vita a un tavolo per evitare che si crei un precedente “sennò – sottolinea la guida Costanza Milazzo – si rischia che l’Etna venga lottizzata”.

Un dibattito che tiene banco da un paio di settimane e che, ora, vede aggiungersi la voce dell’ex presidente del Parco dell’Etna che ricorda come “durante la mia Presidenza al Parco dell’Etna, già un primo tentativo di ‘regolamentazione’ dell’area dei Silvestri fu proposto – scrive in un post -. In quegli anni, l’emergenza Covid offrì l’occasione di regolare gli accessi e di evitare assembramenti. L’allora proprietario privato dei Silvestri installò paletti e pannelli informativi, chiedendo al Parco di autorizzare tale regolamentazione. La risposta del Parco – ricorda– fu negativa con la motivazione che i Silvestri non necessitano di regolamentazione degli accessi”.

Il sindaco di Belpasso scrive di un secondo tentativo di regolamentare la fruizione dell’area da parte del privato che “propose un nuovo progetto al Parco, volto a creare una sorta di laboratorio all’aperto per studi e ricerche sul campo, prevedendo nuovamente la regolazione degli accessi. Il progetto fu presentato, ma il mio incarico di Presidente si concluse”. Immaginare come affrontare la questione è quello che fa Caputo subito dopo. “Se i Crateri Silvestri devono rimanere di proprietà privata – sostiene – ritengo che si possa considerare l’ipotesi di un ticket d’ingresso, ma questo deve essere concesso solo in cambio di un servizio reso effettivo e tangibile per il visitatore”. Punto fermo e irrinunciabile “deve essere il mantenimento di un accesso e passaggio assolutamente gratuito per tutti”, scrive. Il Parco, nella sua autorità di ente autorizzatorio, ha la piena possibilità di conciliare l’interesse della proprietà privata con il preminente interesse pubblico”.

Si potrebbe procedere alla ripresa dell’acquisizione tramite esproprio

In alternativa, secondo Caputo, si potrebbe procedere alla ripresa dell’acquisizione tramite esproprio. “In tal caso, tuttavia – afferma – è essenziale agire con velocità, poiché il prezzo di un sistema vulcanico che è stato per oltre un secolo di libero accesso è destinato a crescere con il passare del tempo considerato che da oggi in poi si ‘contano’ gli ingressi. Con la prossima Legge di Stabilità regionale alle porte, non credo sia impossibile reperire le risorse necessarie”.

Un’altra opzione, secondo l’ex presidente del Parco dell’Etna, potrebbe essere “quella di far riconoscere un uso pubblico dell’area, considerata la libera fruizione protrattasi per oltre un secolo”, una via più complessa “ma assolutamente percorribile a livello legale” – sottolinea, evidenziando “l’assenza di azioni amministrative immediate volte a porre fine a questa presunta attività abusiva del privato”, dal momento che “ogni attività economica esercitata in un’area parco non può prescindere dal preventivo ed obbligatorio parere vincolante dell’Ente parco”. Parere che, ad oggi, sembrerebbe non esserci.

Anche il mondo delle associazioni per la libera fruizione

Nel frattempo, anche il mondo delle associazioni porta avanti la propria istanza: lo fa in una nota congiunta firmata da Aigae Sicilia, Federescursionismo Sicilia, Lagap nazionale, Circolo etneo di Legambiente, AssoGuide e Natura Sicula Onlus, nella quale si rinforza la propria posizione sulla libera fruizione dei Crateri Silvestri. “Rappresentano un simbolo del territorio etneo, un luogo di alto valore naturalistico, culturale e identitario, storicamente fruibile liberamente da cittadini, visitatori e professionisti del settore escursionistico – affermano -. La loro accessibilità pubblica costituisce un elemento fondante dell’offerta turistica e della valorizzazione sostenibile dell’Etna”.

Da qui la richiesta che “qualsiasi decisione riguardante la gestione o la proprietà dei Crateri Silvestri garantisca la tutela ambientale e paesaggistica del sito; preservi il diritto di libero accesso a un bene collettivo da sempre vissuto come patrimonio comune; e preveda il coinvolgimento attivo delle associazioni di categoria e degli enti di tutela ambientale”. Una posizione netta, da parte delle associazioni firmatarie che “si rendono disponibili a collaborare con le istituzioni – concludono – per individuare soluzioni condivise, sostenibili e coerenti con la missione di tutela e valorizzazione del territorio etneo”.