Roma, 9 dic. (askanews) – “Se pensiamo che i due terzi della nostra produzione florovivaistica, per cui siamo terzi in Europa, consiste in piante in vaso e vivaismo, è di immediata evidenza l’importanza della torba, ancora oggi un pilastro del settore, nonostante sia ormai indiscutibile il suo ruolo negli ecosistemi e i benefici che apporta a clima e ambiente. Ma soluzioni alternative sono possibili e il CREA sta già lavorando a substrati più innovativi e sostenibili, in grado di assicurare alle imprese del settore performance adeguate”. Così il presidente del Crea, Andrea Rocchi, in occasione del convegno “Torba, alternative? Terricciati e substrati”, organizzato dal Crea in collaborazione con Assoverde e con la partecipazione di numerosi stakeholder per fare il punto scientifico sulla questioni e sulla transizione verso substrati alternativi.
“Come Assoverde non possiamo non presidiare la questione torba, cruciale per il nostro florovivaismo – ha detto la presidente Rosi Sgaravatti – In un futuro caratterizzato dalla esplosione della domanda mondiale di substrati, che potrebbe crescere fino al 400% entro il 2050, la nostra competitività di impresa, mantenendo la nostra eccellenza produttiva, sarà determinata dalla nostra capacità di innovare e di anticipare i tempi e le richieste dei mercati”.
Le torbiere, che si formano nell’arco di migliaia di anni e coprono solo il 3% della superficie terrestre, stoccano il doppio del carbonio contenuto in tutte le foreste del mondo. Quando degradate o drenate, rilasciano fino a 1,9 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente l’anno, pari al 5% delle emissioni antropiche mondiali. Pur rappresentando solo lo 0,4% delle torbiere mondiali, le aree destinate all’estrazione per uso orticolo producono circa l’80% della torba disponibile a livello globale, proveniente soprattutto da Canada e Paesi nordici. Di conseguenza, l’Unione europea rimane fortemente dipendente dalle importazioni, che ammontano a 6 milioni di tonnellate annue, pari al 77% dei materiali utilizzati nella produzione di substrati.
A questo si aggiunge un contesto di crescente incertezza: la scarsa stagione di raccolta registrata nel 2025 nei Paesi Baltici (25-40% della media in Estonia e 20-30% in Lettonia) ha portato AIPSA – Associazione italiana produttori di substrati di coltivazione e ammendanti – a segnalare una forte riduzione della disponibilità di prodotto, con effetti immediati su costi e forniture.
Nonostante ciò, la torba rimane un materiale di riferimento per il florovivaismo europeo, grazie alle sue qualità agronomiche: elevata uniformità, ottima capacità di ritenzione idrica e aerazione, pH stabile e bassa salinità. Tuttavia, la combinazione tra instabilità dell’offerta e pressioni ambientali sta accelerando lo sviluppo e la sperimentazione di alternative più sostenibili, come fibre legnose, compost avanzati, substrati innovativi e materiali circolari. Una transizione che rappresenta una sfida non solo tecnologica e ambientale, ma anche culturale per l’intero settore.

