Credito in Sicilia, sulla ripresa pesa la desertificazione bancaria - QdS

Credito in Sicilia, sulla ripresa pesa la desertificazione bancaria

redazione

Credito in Sicilia, sulla ripresa pesa la desertificazione bancaria

mercoledì 06 Ottobre 2021

L’assessore regionale Armao: “Dal 2008 ad oggi 644 sportelli in meno, cifra enorme”. Non si investe: impieghi fermi a 55 miliardi, depositi in aumento di 7 miliardi di euro

PALERMO – Un credito a tinte scure e chiare quello che si presenta in Sicilia dopo la pandemia. Questo quanto emerge dal rapporto sul credito siciliano presentato questa mattina nella sede dell’Assessorato regionale all’Economia, guidato da Gaetano Armao.

Nel rapporto si segnalano alcuni orientamenti in controtendenza rispetto ai dati del precedente decennio con particolare riguardo all’erogazione del credito, l’andamento dei depositi, le dinamiche dei crediti deteriorati. Questo anche grazie alle risorse erogate dagli istituti regionali che ha reso disponibili nel periodo 2021-22 fondi per 500 milioni di euro attraverso Irfis, Ircac e Crias adesso Irca. Si conferma anche la contrazione degli sportelli bancari e la presenza degli istituti nell’Isola. Ad oggi sono 644 sportelli in meno dal 2008 “una cifra enorme”, ha commentato l’assessore regionale Gaetano Armao. Ad oggi sono 1.179 in totale gli sportelli presenti nell’Isola. “C’è un problema di desertificazione bancario che dobbiamo porci e dobbiamo porre”, ha aggiunto Armao.

Sono 18 le banche con sede in Sicilia (15 bcc, 1 spa e 2 popolari). “La tendenza alla riduzione è un dato europeo e nazionale”, dice Armao, “ma quello che allarma è che finita la depurazione di un sistema con troppi sportelli come era quello siciliano, dopo questa patologia ci allarma come il decremento sia accelerato in Sicilia anche rispetto al mezzogiorno”.
Durante il 2020, in Sicilia sono stati chiusi 54 sportelli (-4,4%) “con la drastica riduzione del numero dei comuni serviti da banche”. Le banche presenti nell’isola, alla fine dell’anno scorso, con almeno uno sportello sono 49, diciotto quelle con sede nel territorio regionale; rispetto all’anno precedente risultano quattro intermediari bancari in meno, “effetto di operazioni di concentrazione tra banche di credito cooperativo (Bcc) con sede in Sicilia”.

“Con una concentrazione tra Mps e Unicredit che accade agli sportelli? – si è chiesto Armao -. Certo, potremmo avere una nuova concentrazione e chiusura di sportelli. Quali saranno gli effetti in Sicilia? Dovremmo capire e interloquire c’è un percorso in atto ma abbiamo il dovere, come istituzione pubblica, di interloquire”.

Nel suo intervento, Armao si è soffermato su ruolo e potenzialità, presenti e futuri, dell’Irfis: “L’Irfis – ha detto – è diventata una sorta di pivot, un player pubblico strategico per gli interventi regionali e che opera attraverso il coinvolgimento di banche, Consorzi Fidi, Artigiancassa”.
“Guai a parlare di Irfis come banca – ha aggiunto – Non è opportuno che lo sia perché è in mano pubblica, ma certamente è un player finanziario fondamentale, che si muove in modo agile. Può e dovrà fare di più”.

A dicembre del 2020, infine, ammontano a 70,1 miliardi i depositi in Sicilia: il dato è in crescita rispetto ai 63,1 dello stesso mese dell’anno precedente.
Gli impieghi restano fermi a 55 miliardi mentre le sofferenze passano da 3,7 miliardi a 2,7 e il rapporto sofferenze impieghi scende dal 6,8% al 4,9%. In calo i tassi d’interesse sui prestiti alle famiglie che rimangono tuttavia un punto percentuale superiore rispetto al sistema Paese e alla media del Mezzogiorno.

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