L’e-commerce è in continua crescita tra i consumatori italiani. È quanto emerge dalla ricerca “Italiani e Social Media” realizzata da Blogmeter
MILANO – L’e-commerce è in continua crescita tra i consumatori italiani. È quanto emerge dalla ricerca “Italiani e Social Media” realizzata da Blogmeter, l’azienda che periodicamente mappa i cambiamenti nelle preferenze degli utenti.
Dallo studio si evince che effettuano shopping online ben nove utenti su dieci. Per il terzo anno consecutivo le abitudini di shopping online rimangono, dunque, invariate, confermando una forte predisposizione degli Italiani all’acquisto di prodotti e servizi tramite e-commerce: il 90% infatti dichiara di aver comprato online il 50% di voler acquistare di più l’anno prossimo. I canali preferenziali per informarsi prima di effettuare un acquisto risultano essere i motori di ricerca e i siti di vendita online e anche i siti di recensioni e i forum specializzati.
Ma la notizia forse più sorprendente è che i vari Facebook, Instagram e YouTube stanno emergendo come fonte di informazione pre-acquisto, soprattutto fra i consumatori cosiddetti più “social addicted” (iscritti, vale a dire a più di sette account social).
Un nuovo modo, quindi, di “sfruttare” i social, perché se è vero che come per gli anni passati, la principale ragione che spinge gli Italiani a utilizzare i social media è leggere i contenuti deli altri: il 43%, infatti, ha dichiarato di navigare sui social unicamente per questo motivo, l’utilizzo di questi come fonte di pre-acquisto può aprire scenari futuri interessanti per chi opera nel settore.
Come spiega Blogmeter il report mette in risalto due differenti tipologie di social in funzione della frequenza di utilizzo: quelli di cittadinanza e funzionali.
I social di cittadinanza, vale a dire quelli utilizzati più volte a settimana e che contribuiscono a definire le relazioni tra utenti, hanno come portabandiera Facebook seguito da YouTube e Instagram. Sorpresa Pinterest che, oltre a confermare i propri trend di crescita in termini di diffusione, si caratterizza sempre più come social di cittadinanza. Non solo i social propriamente detti ma anche i servizi di messaggistica istantanea come WhatsApp, Messenger e Telegram rientrano in questa categoria, in quanto vengono utilizzati più volte al giorno dagli utenti.
I social funzionali, come Trip Advisor e Skype sono quelli che vengono utilizzati saltuariamente poiché soddisfano un bisogno specifico. I social prettamente utlizzati dalle nuove generazioni, come TikTok, Snapchat e WeChat, pur essendo in crescita, non hanno ancora del tutto attecchito e quindi non possiedono ancora una connotazione fortemente di cittadinanza o funzionale. Ma negli anni a venire potrebbero rientrare in questa categoria.
Infine, l’istituto di ricerca ha interamente dedicato un capitolo della propria ricerca all’advertising sui social, allo scopo di determinare quanto risulti utile o disturbante per chi naviga. I dati dello scorso anno evidenziavano quanto la pubblicità su YouTube risultasse fastidiosa per il 75% degli interpellati, mentre era considerata neutra su Facebook e Instagram (rispettivamente per il 33% e il 34%). Ad oggi invece la situazione pare aver preso una piega diversa, infatti la percezione di utilità è cresciuta per tutti e analizzando i tre i canali (+19% per Facebook, +7% per Instagram e +10% per YouTube) si evince che una targhettizzazione sempre più mirata porta alla distanza a dare i suoi frutti.