Cresce il trasporto su gomma in Sicilia si registra un “boom” di mezzi pesanti - QdS

Cresce il trasporto su gomma in Sicilia si registra un “boom” di mezzi pesanti

Michele Giuliano

Cresce il trasporto su gomma in Sicilia si registra un “boom” di mezzi pesanti

mercoledì 04 Settembre 2024

Secondo la Cgia sulla Messina-Catania ha viaggiato il 5,2% di automezzi in più rispetto al 2019. Le percentuali sono tra le più alte della Penisola: nell’intero Paese numeri in aumento

PALERMO – L’andamento del trasporto su gomma è un indice importante dell’andamento dell’economia, e i dati siciliani relativi al primo semestre 2023, gli ultimi messi a disposizione dall’Aiscat, l’Associazione italiana società concessionarie autostrade e trafori, raccontano di una realtà vivace.

Secondo l’elaborazione dell’ufficio studi della Cgia, l’associazione artigiani e piccole imprese di Mestre, nei primi sei mesi del 2023 sull’autostrada Messina-Catania hanno viaggiato il 5,2% dei mezzi in più rispetto al primo semestre del 2019, circa 4.600 al giorno. I numeri sono ancora più alti sulla Messina-Palermo, dove la crescita è arrivata al 9,7%, con 1.690 mezzi giornalieri.

Aumentano i mezzi pesanti in circolazione nelle autostrade

Percentuali alte, che si posizionano tra le migliori registrate in tutta la penisola. E che permettono di tracciare una immagine dell’andamento economico nazionale, definendo un andamento in proiezione futura. Rispetto all’anno pre-pandemico, quindi il 2019, la percorrenza dei mezzi pesanti ha subito in quasi tutte le principali tratte autostradali aumenti importanti, soprattutto nel Nord-Ovest.

La ripresa economica registrata dopo la crisi sanitaria causata dalla pandemia ha spinto all’insù i volumi economici e, conseguentemente, la quantità delle merci trasportate con gli autoarticolati.

Al Nord, ad esempio, spicca il +13,2% dei mezzi pesanti lungo l’A6 Torino-Savona, il +9,3% nell’A10 Ventimiglia-Savona, il +7,1% nell’A4 Torino-Milano, il +5,5% nell’A4 Venezia-Trieste e il +4,2% sia nell’A4 Brescia-Padova che nell’A22 Verona-Brennero. Nel Centro, invece, la tratta più percorsa dai Tir riguarda l’A1 Bologna-Firenze, con un numero teorico medio giornaliero di mezzi pesanti pari a 18.510 (+0,3% rispetto al 2019).

Seguono l’A1 Firenze-Roma con 14.666, cresciuti dell’1,9% per cento, e l’A1 Roma-Napoli con 14.566, pari al +7,6%. Nel Sud e nelle Isole, infine, spiccano gli 8.824 mezzi pesanti teorici medi giornalieri (+8,6%) che “sfrecciano” lungo l’A3 Napoli-Salerno. Seguono i 4.773 autoarticolati (+7,6%) che attraversano la A14 Lanciano-Canosa.

L’andamento del trasporto su ruote dimostra come il capoluogo regionale lombardo nel corso degli ultimi decenni ha rafforzato la sua centralità, ma gli altri due vertici non sono più Torino e Genova, bensì Bologna e Venezia. Per numero di imprese, di lavoratori, di fatturato e di Pil non ci sono confronti; anche gli “spostamenti” delle merci su gomma confermano il “sorpasso”.

Il baricentro del sistema produttivo italiano si è spostato a est

Il vecchio triangolo più produttivo del Paese che poggiava sul Nordovest è stato “scalzato” dal nuovo che, adesso, parte da Milano e racchiude tutto il Nordest. Insomma, il baricentro del sistema produttivo italiano si è spostato a est, dove è presente un modello economico più avanzato in cui la manifattura, il terziario e la logistica tendono ad integrarsi e diventare un tutt’uno. Il collegamento all’andamento del Pil è immediato.

L’intero Paese è cresciuto nel 2024, e così anche buona parte del territorio siciliano, anche se non sempre con risultati tali da lasciare ben sperare. Se rispetto al pre-pandemia comunque c’è stato il recupero totale di quanto perso in quei drammatici momenti, Enna e Ragusa segnano nuovamente valori negativi, mentre Caltanissetta, Catania, Agrigento e Trapani segnano tutti valori in positivi ma vicini allo zero.

Solo Palermo risale tra le prime 20 province italiane, con una crescita nel 2024 dell’0,63%, e una crescita nei 4 anni anni del 3,53%. A livello regionale la crescita del Pil nazionale per l’anno in corso dovrebbe essere trainata dalla Lombardia (+0,95%), dall’Emilia Romagna (+0,86%), dalla Valle d’Aosta (+0,81%) e dal Veneto (+0,80%).

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