Cresce la violenza sui medici, l'80% dei casi non denunciato - QdS

Cresce la violenza sui medici, l’80% dei casi non denunciato

redazione

Cresce la violenza sui medici, l’80% dei casi non denunciato

giovedì 14 Maggio 2020

Indagine sindacato medici ospedalieri Anaao Assomed. In 1 caso su 2 l’aggressione è subita da donne

ROMA – Sono aumentati gli episodi di violenza sui medici ma l’80% delle aggressioni non viene denunciato. Gli psichiatri guidano la classifica dei camici bianchi più colpiti, seguiti dai colleghi del pronto soccorso. Questi i risultati dell’indagine del sindacato dei medici ospedalieri Anaao Assomed, condotta da gennaio a febbraio 2020 su 2059 soggetti. Il 55,44% dei medici che ha risposto all’indagine ha affermato di essere stato personalmente vittima di violenza, 1137 medici sugli 832 dell’indagine 2018.

In particolare, secondo l’indagine, nel 76,52% dei casi la violenza è stata di carattere solamente verbale. Per quanto riguarda le discipline interessate dal fenomeno, l’86% degli psichiatri dichiara di aver subito aggressioni, il 77% dei medici di medicina d’urgenza, un trend decisamente in crescita in tali servizi, il 60% dei chirurghi, il 54% dei medici del territorio, il 40% degli anestesisti. Il 55,44% del campione ha affermato di essere stato personalmente vittima di violenza, in valore assoluto 1137 medici rispetto agli 832 del 2018. Il 56,10% dei medici che ha risposto all’indagine, inoltre, è di sesso femminile, a dimostrazione di come il problema aggressioni sia più sentito tra i medici donna (nel 2018 era il 53%).

L’indagine ha visto la partecipazione di 19 regioni con percentuali di risposte variabili e picchi in Lombardia, Campania, Veneto, evidenziando un chiaro mutamento rispetto all’ultimo sondaggio del 2018. Solo il 21% delle risposte di oggi, afferma l’Anaao, proviene dalle regioni del Sud e delle isole, rispetto al 70% del 2018, mentre il 57% arriva dalle regioni del nord ed il 22% da quelle del centro. Questo “dimostra che la violenza sugli operatori sanitari, per lungo tempo attribuita prevalentemente a regioni del sud Italia ed alle isole dove le situazioni socio-economiche e sanitarie sono più complesse – sottolinea il sindacato – è ormai diventato fenomeno largamente diffuso su scala nazionale”.

Alla domanda sulla conoscenza delle leggi vigenti in termini di prevenzione delle aggressioni, solo il 37% risponde in maniera affermativa.

Attualmente, ricorda l’Anaao, è in discussione alla Camera il Ddl, già approvato dal Senato, che intende arginare la preoccupante escalation di violenza ai danni degli operatori sanitari.

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