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Crescono gli artigiani stranieri in Sicilia, +17% nel 2024: cala il dato sui giovani

Crescono gli artigiani stranieri in Sicilia, +17% nel 2024: cala il dato sui giovani
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Secondo i dati di Unioncamere e Infocamere, gli artigiani stranieri sono poco più di 200 mila: cala il dato sui più giovani

Gli artigiani stranieri in Sicilia stanno dando un contributo alla crescita economica della regione, ma con numeri ancora inferiori rispetto al resto del Paese. Negli ultimi anni, il settore delle imprese artigiane in Italia è cambiato, la Sicilia non fa eccezione, e soprattutto la componente straniera ha garantito linfa al comparto durante la crisi. Secondo i dati di Unioncamere e Infocamere, gli artigiani stranieri sono poco più di 200 mila, rappresentano il 20 per cento degli imprenditori individuali e, negli ultimi dieci anni, sono cresciuti di quasi il 20 per cento. Nel 2024 gli artigiani stranieri in Sicilia rappresentano il 5% delle 60.730 imprese artigiane registrate. Sebbene questa percentuale sia inferiore a quella di altre regioni italiane, come la Lombardia e la Toscana, il trend è in crescita anche nell’Isola.

I numeri degli artigiani stranieri in Sicilia

Nel dettaglio, delle 60.730 imprese artigiane presenti in Sicilia, 57.701 sono gestite da titolari italiani, mentre 3.029 sono guidate da artigiani stranieri. Negli ultimi dieci anni, il numero complessivo delle imprese artigiane siciliane è diminuito del 7,8%, principalmente a causa del calo delle attività gestite da italiani (-8,81%), ma in controtendenza, le imprese con titolari stranieri hanno registrato un aumento del 16,8%. Insomma, gli artigiani stranieri in Sicilia stanno contribuendo a mantenere vivo il settore nonostante le difficoltà economiche attuali.

Le province siciliane e la distribuzione degli artigiani stranieri

Come nel resto d’Italia, la distribuzione degli artigiani stranieri in Sicilia varia da provincia a provincia. Catania, con 14.126 imprese artigiane è al primo posto per numero di attività, ma la percentuale di titolari stranieri è relativamente bassa, pari al 4,3%. Palermo segue con 12.563 imprese, ma la quota di stranieri scende ulteriormente al 3,9%. Province come Ragusa e Agrigento, invece, mostrano dati più alti: a Ragusa, il 6,5% delle imprese artigiane è gestito da stranieri, mentre ad Agrigento si arriva al 7,5%, il valore più alto della regione. Messina ed Enna mostrano percentuali simili, con il 5,1% e il 5,9%, mentre Siracusa e Trapani si fermano rispettivamente al 5,7% e al 4,1%. Il peso della componente straniera nel settore artigiano siciliano è molto basse se si pensa al dato registrato da Unioncamere per Prato, 56,8%, Trieste, dove il 38,5% delle attività artigiane è guidato da stranieri, o Imperia, con una percentuale del 36,1%.

La provenienza e il ruolo delle donne tra gli artigiani stranieri in Sicilia

Gli artigiani stranieri in Italia provengono principalmente da Romania, Albania e Cina, comunità che guidano la classifica nazionale anche per numero di titolari. I rumeni rappresentano la comunità più numerosa con 36.792 imprenditori, seguiti dagli albanesi con 33.075 e dai cinesi con 15.657. Il settore in cui gli artigiani stranieri performano meglio sono le costruzioni e i servizi. Lo stesso vale per la Sicilia, ma mentre nelle regioni del Nord Italia si nota una presenza maggiormente diversificata, con presenze anche nel campo dei servizi alle imprese e della ristorazione, in Sicilia l’espansione verso questi settori è molto più contenuta. Un altro dato interessante è il ruolo in crescita delle donne. Le imprenditrici straniere in Italia sono aumentate del 38% nell’ultimo decennio. 

In Italia l’artigianato non è una scelta per giovani 

Se negli ultimi dieci anni, gli imprenditori artigiani over 50 hanno registrato un incremento del 125,7%, quelli over 70 sono aumentati del 223,5%, al contrario, tra gli under 30, il numero di titolari è diminuito del 21%. In Italia l’artigianato non sembra una scelta per i giovani, ma viene preferito principalmente da chi possiede già esperienza e stabilità. Titolari più giovani sono scoraggiati probabilmente dalle difficoltà legate al settore, come la burocrazia, le incertezze economiche e l’accesso limitato a incentivi specifici. Nel report rielaborato da Unioncamere e Infocamere, non ci sono dati esplicitamente riferiti alla Sicilia, ma è plausibile che la regione osservi questa stessa dinamica, sottolineando l’importanza di pensare politiche ad hoc che restituiscano appeal a tutto il comparto.

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