Crimini contro gli animali, in Sicilia un procedimento penale ogni 12 ore - QdS

Crimini contro gli animali, in Sicilia un procedimento penale ogni 12 ore

redazione

Crimini contro gli animali, in Sicilia un procedimento penale ogni 12 ore

giovedì 27 Agosto 2020

Dalle corse alle macellazioni clandestine, il Rapporto Zoomafia 2020 fa luce sui reati nell’Isola. Nel 2019 +167% di indagati rispetto all’anno precedente, record a Catania (+509%)

PALERMO – Corse clandestine di cavalli, combattimenti tra cani, macellazioni clandestine, uccisione di animali, traffico di fauna selvatica, pesca di frodo: sono alcuni dei crimini contro gli animali registrati in Sicilia e che hanno portato, nel 2019, ad aprire un procedimento penale ogni dodici ore (con un indagato ogni 7 ore). Lo rivela l’Osservatorio Zoomafia Lav, con il Rapporto Zoomafia 2020, alla sua ventunesima edizione, redatta da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio.

Il Rapporto rileva gli accadimenti relativi allo scorso anno, ma non si possono ignorare gli effetti della grave emergenza sanitaria causata dal Covid: “Un’emergenza globale e senza precedenti che impone un approfondimento perché, se non adeguatamente gestita nella fase di ripresa post lockdown, può rappresentare un’ulteriore opportunità di espansione dell’economia criminale”, come puntualizza la Dia nella sua ultima Relazione.

La crisi pandemica ha prepotentemente rinnovato l’attenzione sul problema della sicurezza alimentare, mettendo in evidenza la connessione esistente tra i mercati di animali sfruttati a scopo alimentare e le origini del coronavirus. Ma al di là dell’emergenza Covid-19, è noto che i mercati illegali di animali, il traffico di animali da allevamento rubati, e la macellazione clandestina, pongono un serio problema di sicurezza alimentare.

“Questi traffici – si legge in una nota dell’Osservatrorio – sfuggono a qualsiasi controllo, anche a quelli sanitari, e in un periodo come quello che stiamo vivendo la cosa ci dovrebbe far riflettere non poco. Questo non deve generare facili allarmismi. Al contrario, ciò deve rappresentare un’occasione per alzare il livello di contrasto a questo malaffare. Il contrabbando di animali è di per sé a rischio sanitario: lo dicono gli studiosi, le statistiche, le ricerche. I mercati illegali, l’abigeato e la macellazione clandestina stanno all’epidemia come una lente d’ingrandimento in un bosco assolato in piena estate. Le possibili zoonosi provenienti da animali rubati possono essere molteplici; fortunatamente non tutte sono disastrose come l’attuale pandemia, ma restano pur sempre serie”.

“Come ignorare in questa analisi le attività illegali legate al commercio clandestino di carne? – aggiunge Troiano –. La macellazione abusiva e l’abigeato rappresentano un serio problema di sicurezza sanitaria e alimentare, così come l’uccisione illegale di fauna, ad esempio cinghiali utilizzati a scopo alimentare. Tutte attività che sfuggono ai controlli sanitari”.

I DATI DELLE PROCURE
L’Osservatorio Nazionale Zoomafia della Lav ha chiesto alle Procure Ordinarie, e a quelle presso i Tribunali per i Minorenni, dati relativi al numero totale dei procedimenti penali sopravvenuti nel 2019, sia noti che a carico di ignoti, e al numero di indagati per reati a danno di animali. Per la Sicilia le risposte sono arrivate da 12 Procure Ordinarie su 16 (non hanno risposto Agrigento, Barcellona Pozzo di Gotto, Palermo e Ragusa) e da tre Procure Minorili su quattro (non sono pervenuti i dati da Caltanissetta).

Rispetto al 2018, nel 2019, nell’ambito territoriale analizzato, è stata registrata una diminuzione delle denunce del -16% circa, mentre il numero degli indagati è aumentato del +167%. Un dato quest’ultimo che in provincia di Catania raggiunge la cifra record del +509%, con gli indagati passati nel giro di un anno da 129 a 786. “La diminuzione dei procedimenti penali non indica necessariamente una diminuzione del fenomeno, poiché i fattori che incidono sul numero dei procedimenti sono molteplici – chiarisce Troiano. Meno procedimenti penali aperti non corrispondono obbligatoriamente a meno casi reali di maltrattamento animale”.

Proiettando la media dei dati pervenuti su scala regionale, si può stabilire che nel 2019 in Sicilia sono stati registrati circa 760 fascicoli (circa l’8,00% di quelli nazionali), con un tasso di 15,02 procedimenti ogni 100.000 abitanti; e circa 1.200 indagati (circa il 20,54% di quelli nazionali), con un tasso di 23,73 indagati ogni 100.000 abitanti. “L’alto numero degli indagati rispetto ai procedimenti si spiega con l’esistenza di un procedimento per corse clandestine di cavalli e maltrattamento di animali, con ben 336 indagati, che ha fatto salire di molto la media del numero di indagati”, chiarisce Troiano.

Per quanto riguarda le Procure presso i Tribunali per i Minorenni sono stati registrati solo due procedimenti per uccisione di animali a carico di ignoti a Palermo.

UN FENOMENO RADICATO
La Sicilia è una delle regioni dove la zoocriminalità è più attiva. Si registrano tutti i reati presi in esame, ed alcune condotte sono fortemente radicate nel sottobosco delinquenziale.

“Storicamente la mafia siciliana manifesta un forte interesse per attività collegate all’ambiente, come il controllo dell’edilizia, la produzione di conglomerati bituminosi e cementizi, il movimento terra, l’attività estrattiva e il settore agro-silvo-pastorale – continua Troiano -. Accanto a questi tradizionali ambiti, la criminalità siciliana si è infiltrata in diversi settori afferenti allo sfruttamento di animali. Significativa la penetrazione accertata nell’organizzazione di corse clandestine di cavalli. Le indagini, infatti, hanno confermato l’esistenza di associazioni per delinquere semplici e di associazioni mafiose finalizzate alle corse e scommesse illegali. Anche l’ippica ufficiale è soggetta alle penetrazioni criminali e, in tal senso, l’indagine dei carabinieri denominata ‘Corsa Nostra’ è altamente evocativa di quanto la mafia fosse riuscita ad esercitare il pieno controllo delle corse dell’ippodromo di Palermo”.

“Le attività d’indagine hanno documentato che le consorterie si rivolgono con attenzione al settore della raccolta delle scommesse e dei giochi on line. Attraverso la gestione dei centri scommesse, infatti, come sottolinea la Dia, esse accrescono la propria capacità di penetrazione e controllo di altre attività nel territorio, in una sorta di circolo vizioso, cogliendo non solo opportunità di riciclaggio, ma anche la possibilità di dare lavoro a persone organiche a Cosa nostra”.

Per i combattimenti – prosegue Troiano – ci sono stati esiti giudiziari che hanno confermato il coinvolgimento di appartenenti a clan messinesi nell’organizzazione di lotte clandestine. Le infiltrazioni della criminalità organizzata si registrano anche nel settore della pesca e del commercio di pesce, come le inchieste sul clan Rinzivillo hanno mostrato. I traffici legati allo sfruttamento degli animali, come diciamo da anni, rappresentano un’importante fonte di guadagno per i vari gruppi criminali che manifestano una spiccata capacità di trarre vantaggio da qualsiasi trasformazione del territorio e di guadagnare il massimo rischiando poco. A livello internazionale, la criminalità organizzata dedita ai vari traffici a danno degli animali si distingue per la sua capacità di agire su scala internazionale, per il suo orientamento al business, per la capacità di massimizzare il profitto riducendo il rischio. Sono il simbolo, al pari delle altre mafie, della società globalizzata. Ovviamente non possiamo non ricordare la cosiddetta ‘mafia dei pascoli’ con il controllo del territorio, le macellazioni clandestine, gli allevamenti illegali, il traffico di sostanze anabolizzanti o di farmaci non autorizzati, la vendita di carne di animali affetti da patologie”.

“Come sosteniamo da tempo – conclude Troiano – un’azione di contrasto efficace deve adottare una visione strategica unitaria dei vari aspetti dell’illegalità zoomafiosa che incidono sul più vasto contesto della tutela della sicurezza pubblica e su quello della lotta alla criminalità organizzata: solo adottando iniziative investigative tipiche del contrasto ai sodalizi criminali si attuerà una strategia vincente”.

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